Lectio secunda pars prima – L’articolo

Allora! Ti vuoi decidere ad uscire dal bagno? Sono tutti in aula che ti aspettano!

Arrivo arrivo, quanta furia. Stavo riordinando le mie cose. Su svelto, andiamo, ché suona la campanella.

Ma si può vedere uno che ha eletto il bagno di casa propria come studio privato? Ehi aspettami, non correre!

Anf… Eccoci di nuovo giunti dinanzi alla porta dell’aula. Che emozione! Aprire e trovarsi davanti quelle faccine…

Che aspetti allora? Entra!

Un momento Alter. E… e… e se non… ti prego, dai un’occhiata tu per me, io non ne ho il coraggio.

Ah ma che lavativo che sei. Spostati e fammi guardare dal buco della serratura.

Fai presto Alter, non tenermi sulle spine. Allora mio fido? Ci sono tutti?

…mi pare di si.

Ma che cari! …Vai allora; introducimi!

Uffa, quante storie! Buongiorno ragazzi, siamo arrivati; vieni  Atticus.

Buon giorno cari allievi, ben ritrovati, comodi comodi… (con te faccio i conti dopo)

(Perché?)

Salve, buongiorno… (Come perché! Ma che ti sembra un introduzione quella?) …comodi, comodi!

(E come ti dovevo annunciare?)

(Silenzio zotico… ne parliamo poi) seduti, grazie.
Allora, cari allievi, dopo l’alfabeto e la pronuncia del latino passiamo ad affrontare l’argomento seguente. Assistente, qual è l’argomento seguente?

A me lo chiedi?

Oh, ma mai una volta che tu mi rispondessi!  Dai, passami i papiri del tristrisavolo.

Ancora quelli?

E certo. Mumble… leggiamo:  …Afferma il tristrisavolo che compito primario dell’insegnante, prima ancora di affrontare la materia, dovrebbe essere quello di scegliere il metodo di insegnamento più appropriato  al livello culturale degli allievi.
Mmhh, ha ragione! Se ben ricordo il Parascandola nel suo trattato dovrebbe accennare qualcosa al proposito… infatti… ecco qua, ne cita almeno un paio, di metodi di insegnamento, che sembra abbiano dato buoni risultati sul campo… vediamo: se la classe appare amorfa e poco reattiva si raccomanda il metodo dell’Arrabbiati”.

E chi era costui?

Arrabbiati, Il discente indecente, II edizione, revisione 2008
Arrabbiati, Il discente indecente, II edizione, revisione 2008

Lucifero Arrabbiati, insegnante di Greco e di Latino, detto “Il tramontana”  per il suo irascibilissimo carattere e le tremende sfuriate, con le quali faceva uscire di sentimento i propri allievi.
Convinto che la difficoltà del latino non fosse nelle regole ma nel modo di farle entrare nella testa degli alunni, sviluppò un suo metodo personale per agevolarne il transito sbattendo ripetutamente i quaderni degli esercizi sulla capoccia dei discenti finché questi non avessero mostrato di aver imparato a menadito la lezione. Certo che quella fosse la strada giusta, passò col tempo dai quaderni ai libri di testo e alle antologie, fino a giungere ai dizionari che frantumava, con grande perizia, sulla testa dei più bisognosi di ripasso. Suo il famoso testo per i licei “Il discente indecente” edizioni “Il maglio “.
La sua promettente carriera fu purtroppo interrotta da un’ ernia che si procurò cercando di sollevare una lavagna di due quintali, sulla quale aveva appena scritto le regole della consecutio temporum, per darla in testa ad un allievo che gli aveva chiesto dei chiarimenti. Fedele fino all’ultimo ai suoi principi scomparve in una gigantesca rissa al suo primo giorno di insegnamento in un corso serale per  facchini e scaricatori di porto.

Senti, Atticus… Ma tu l’hai visto che spalle hanno questi qui? Quello laggiù fa nuoto da quando  aveva tre anni; pare Tarzan. Ci vai tu a dargli una quadernata in testa?

Mmmh… non ci avevo pensato! Forse hai ragione. Sarà meglio soprassedere.

Allora, qual è quell’altro sistema?

Il metodo dello “Scappati”.

E chi sarebbe quest’altro genio?

Pilade Scappati, professore emerito di diritto e di rovescio della Regia Università degli Studi di Terontola. Perfezionò un metodo di insegnamento con il quale riusciva a concludere in un mese  il programma dell’intero anno scolastico svolgendo contemporaneamente senza sforzo altre tre professioni. Resta celebre una sua conferenza nella quale illustrò il suo sistema con un intervento dalla durata record di quindici secondi. Disse: “Aprite il libro e studiate da pagina X a pagina Y”.

Perbacco! Ma ti rendi conto? Quest’uomo è un genio! Abbiamo trovato quello che fa per noi! Forza, cominciamo la lezione, ché fra mezz’ora c’è la partita alla televisione.

Bell’insegnante che sei.

Zitto. Allora allievi cari, aprite la vostra grammatica e studiate…

Non ce l’hanno la grammatica.

Come! Non hanno la grammatica??

No, non ce l’hanno.

Ma che razza di posto è mai questo. Possibile che in un sito di Latino manchino le grammatiche?  E adesso dove la andiamo a trovare una grammatica? Almeno ci fosse un cane che ci desse una dritta. Ho capito, va’! Addio partita. Dovrò affidarmi ancora una volta al mio celeberrimo intuito ed esporre a braccio.

Mi dici te!

Allora allievi e neofiti. Come si fa ad imparare il latino? Semplice. Se ne acquisisce il materiale e se ne imparano le regole di composizione.

Cos’è il materiale? Ma l’insieme di tutte le parole latine stesse, sciocchini:  nomi, aggettivi, verbi, congiunzioni e chi più ne ha più ne metta; tutti elementi che costituiscono i mattoni  con i quali si costruiscono le frasi.

Cosa sono le regole di composizione? Ma le regole che ci permettono di mettere insieme le parole per formare delle frasi di senso compiuto.

Come si costruiscono le frasi? Ma come in italiano, che diamine! Come si costruisce una frase in italiano? Si prende un articolo, un soggetto a caso,  un verbo  e si mette tutto insieme.
Facciamo un esempio: …prendiamo il gesso e scriviamo alla lavagna la frase:

LA gneek gneek ROSA gneek COOORRE.

Corre?

Sì, che c’è di strano?

Non ho mai visto una rosa correre.

Io sì. Dovresti vedere come dà dietro a suo marito quando torna a casa alticcio!

(Ma perché non imparo a mordermi la lingua…)

Allora cari ragazzi. Come si fa a tradurre “LA ROSA CORRE” in latino?
Semplice! Basta trovare le parole latine di significato analogo a quelle italiane e sostituirle nella frase! Chiaro?

Ma sei proprio sicuro che si fa così?

Silenzio incompetente. Piuttosto, datti una mossa e vai sul dizionario a cercarmi come si traduce l’articolo “LA” in latino.

Mumble… vado.

……………….. Allora? Quanto tempo ti ci vuole?

…ignoto, ignudo, ilare, …

( ottantadue, ottantatre…) …e datti una mossa; non possiamo mica stare qui ad aspettare tutto il giorno.

Non c’è!

Come non c’è!

Non c’è.

Macché, hai guardato bene?

Certo!

Fammi vedere! O questa! Ma come! Ci deve essere!

mmmm… a meno che… a meno che… dai ragazzi, per piacere non cominciamo! Io sono buono e caro, ma questi scherzi non mi piacciono. Avanti.. .chi ha preso l’articolo? Forza! Fuori il responsabile! Guardate che vi tengo in classe tutta la mattina e non vi faccio fare la ricreazione!

Ma Atticus…

Silenzio Alter! Allora? Tutti zitti? …e sia, giovanotti! Visto che il colpevole non vuole uscire facciamo una bella cosa:  io esco cinque minuti dall’aula. Il responsabile rimette l’articolo sulla scrivania e quando torno sono disposto a dimenticare l’incidente, ma attenzione! …Se quando rientro non trovo niente… preparatevi!!!

…ma Atticus…

Vieni assistente, usciamo!

ma…

E vieni!

4 Replies to “Lectio secunda pars prima – L’articolo”

  1. Ecco perché il sito era fuori uso! Sarà stato un trucco di Atticus per prendere tempo finché non ritrova l’articolo…..
    LOL

    1. Il professore non può parlare! ( E’ uscito dall’aula…che diamine.
      Ma chi lo conosce bene sa che mai e poi mai egli si permetterebbe di attentare alla integrità fisica del sito. 😛 Quanto ad attentare all’integrità mentale dei suoi iscritti….beh, quella è un’altra storia.) 😀

  2. (Alzando la testa dal banco)
    Ma che succede? Io stavo schiacciando un pisolino e non mi sono accorto che il prof ha continuato la sua spiegazione!
    Oddio, ma cosa ha spiegato? L’articolo! Ah bene, e ora dove è andato?
    Cosa? Ha minacciato di non farci fare la ricreazione se non tiriamo fuori l’articolo?
    Vi avverto: se quello che ha avuto la stupida idea di prendere l’articolo facendomi correre il rischio di non addentare il panino dovrà fare i conti con me, prima che col prof! Avvisati!
    Io intanto torno a dormire con la testa sul banco. Tu Major dammi una gomitata se rientra il prof o ci sono sviluppi…
    (Ronf ronf)

  3. (Guardandosi attorno e notando Calpurnia che si incipria il naso)

    Bene bene, vedo che le cose qui procedono a rilento: il prof s’è allontanato dall’aula, Peppone è in crisi d’astinenza da carboidrati e Calpurnia è presa a rifarsi il trucco.
    Sarà bene impegnare in modo proficuo questo tempo: visto che l’articolo non vuole ricomparire, tiriamo fuori il fornellino portatile… Ecco; molto bene, allora, attacco questo, gaso quello accendo questo…
    Tiriamo fuori il “De re coquinaria”; guardiamo l’indice… “Ricette per invitare a cena Eliogabalo”… no, direi di no;
    “Ricette per ben condurre la digestione”… e che ci azzecca?
    Ecco qui: “Ricette per ammazzare il tempo quando scappa l’articolo” pagina 567. Vediamo… Cosa dice la ricetta? 300g di cervella bollite (siamo in una scuola, di cervelli se ne trovano a volontà), zucchine (ok, quelle le ho portate), vino alle spezie (ho anche quello), 200g di formaggio (bene, per fortuna non esco mai senza), tettine di scrofa (facciamo che queste non le metto) e abbondante garum (quello lo chiedo a Peppone).
    Ok, sembra che ci sia tutto.
    Adesso devo procurarmi il cervello…

    (Guardando Calpurnia)
    Tesoro, hai da fare per i prossimi 5 minuti?

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