Site icon Discipulus – Lingua Latina

Zuppa di cipolle alla Lucrezio

Lectio: Patella Lucretiana [Apicius, De Re Coquinaria, 4, II, 25]

Zuppa di cipolle alla Lucrezio

Questa zuppa di cipolle presenta alcuni punti poco chiari, come le “cepae pallachanae”, probabilmente cipolle selvatiche o cipollotti, e la “corona bubula”, letteralmente corona vaccina, che oggi alcuni archeologi e traduttori interpretano come santoreggia.

Cepas(1) pallachanas(2) purgas (viridia earum proices), in patinam concides. Liquaminis modicum, oleum et aquam. Dum coquitur, salsum(3) crudum in medium ponis. At ubi cum salso prope cocta fuerit, mellis cochleare(4) asparges, aceti et defriti pusillum. Gustas. Si fatuum fuerit, liquamen adicies, si salsum, mellis modicum. Et coronam bubulam(5) aspergis, et bulliat.

  1. cepa, ae: è la cipolla.
  2. pallachanas: non sappiamo cosa fossero le cepae pallachanae; probabilmente erano delle cipolle semiselvatiche.
  3. salsum: pesce sotto sale; cfr. salio, salare.
  4. cochlear, aris: cucchiaio; equivalente a ¼ di ciato.
  5. corona bubula: corona vaccina; non siamo sicuri sul significato di questo termine. Probabilmente santoreggia.

ZUPPA DI CIPOLLE ALLA LUCREZIO

Per 6 persone: Monda 1 kilo e ½ di cipolle bionde e tagliale a fette spesse. In un tegame riscalda 1 cucchiaio di salsa di soia, 1 cucchiaino di pasta d’acciughe, 3 cucchiai di olio e 2 bicchieri di acqua. Quando il tutto inizia a soffriggere, aggiungici le cipolle e prosegui la cottura a fuoco moderato per 1 ora. Mentre le cipolle cuociono, poni al centro della terrina 6 filetti pesce sotto sale a piacimento e coprili con le cipolle. Attenzione: per mescolare non utilizzare cucchiai o mestoli, ma muovi ripetutamente la padella. Quando la cottura sarà completa, miscela 2 cucchiai di miele, 1 cucchiaio di aceto e 1 cucchiaio di defrito (cfr. Monitus Gnari – Tisana), e versa nella zuppa. Assaggia. Se fosse insipido aggiungi 1 cucchiaio di soia e 1 cucchiaino di pasta d’acciughe; se fosse salato aggiungi un altro po’ di miele (un cucchiaio). Cospargi di santoreggia (?), porta ad ebollizione e cuoci per altri 5 minuti. Servire la zuppa tiepida.

Argumenta – In hac lacrimarum Valle

Tagliare una cipolla non è mai un’esperienza piacevole, a meno che non si indossino occhialini da sub. Le cipolle, infatti, sono ricchissime di solfossidi; quando essi entrano in contatto con l’allinasi, un enzima che il bulbo rilascia dopo l’incisione, s’innesta una reazione chimica che produce acidi solfenici e propilenossido, un gas volatile che, quando penetra l’umor acqueo dell’occhio, si trasforma in acido solforico. L’unica difesa di cui l’organismo dispone è la produzione abbondante di lacrime per rimuovere l’acido.
La cipolla è un bulbo ricco di storia e tradizione. Gli antichi Egizi la veneravano e le attribuivano onori particolari, poiché riscontravano nella sua struttura sferica e concentrica la loro idea della vita e dell’eternità. Gli atleti, nell’antica Grecia, consumavano grandi quantità di cipolla, perché credevano che essa avesse la capacità di purificare il sangue. Nell’antica Roma, invece, i gladiatori si strofinavano il corpo con le cipolle per tonificare i muscoli. Chissà che odore!

Oculo pars sua

Ecco una fotografia della ricetta realizzata.

Zuppa di cipolle alla Lucrezio preparata da Dionisius
Exit mobile version