- Questo topic ha 4 partecipanti e 11 risposte.
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6 Ottobre 2010 alle 12:52 #11754
Gabriele
PartecipanteCari diskipulini,
stando ad alcune interpretazioni (ma su assimil e osberg non viene adottato tale sistema), dal gruppo -ns- va eliminata la N. In epigrafia è comune trovare la dicitura COSUL, COS o COSS al plurale, ma non so quanto sia rilevante, io l’ho sempre ritenuta un’abbreviazione da sciogliere. Tuttavia leggo pareri contrari a questa mia precedente convinzione. Dunque per una pronuncia corretta bisogna sempre stare attenti quando capitano queste due lettere affiancate?6 Ottobre 2010 alle 12:59 #14356Gabriele
PartecipantePiccola appendìce: è vero che per una pronuncia corretta dei dittonghi, in effetti, li dovrei pronciare “alla greca”, ossia non rosae, ma rosai, e in tal caso, poena diventa poina?
Grazie
6 Ottobre 2010 alle 23:23 #14357imported_Peppone
PartecipanteCiao Gabriele! 🙂
@Gabriele wrote:
Cari diskipulini,
:worried:
La questione del gruppo -NS cui ti riferisci riguarda la ricostruzione di una pronuncia classica, che come ben sai, differisce in parecchi punti da quella scolastica-ecclesiastica.
@Gabriele wrote:
In epigrafia è comune trovare la dicitura COSUL, COS o COSS al plurale, ma non so quanto sia rilevante, io l’ho sempre ritenuta un’abbreviazione da sciogliere.
E’ vero, nelle fonti epigrafiche la parola consul viene riportata con l’abbreviazione COS formosus non formunsuso COSS per il plurale, ma se la ritieni irrilevante, per te che sull’argomento restituta vuoi andare a fondo, è una pecca di superficialità! Non è semplicemente un’abbreviazione da sciogliere: è forse un caso che si sia abbreviato in COS anzichè CONS o CON? Niente affatto! Coloro che hanno ricostruito la pronuncia “scientifica” ritengono che in epoca classica ne gruppo -NS la N quasi non si sentisse. Arrivano a questa conclusione anche grazie all’apporto delle fonti epigrafiche, che in ogni luogo della latinità e fin dall’epoca più antica abbreviano la parola consul in questo modo. Ma questa tendenza è confermata anche da Quintiliano: consules exempta N littera legimus (Inst. Or. I,7,29) oppure da curiosi ipercorrettismi riportati nella Appendix Probi, ad es. quando viene riportato occasio non occansio oppure formosus non formunsus
@Gabriele wrote:
Tuttavia leggo pareri contrari a questa mia precedente convinzione. Dunque per una pronuncia corretta bisogna sempre stare attenti quando capitano queste due lettere affiancate?
Io non mi impelagherei in maniera troppo puntigliosa e ostinata in una ricostruzione febbrile della pronuncia classica. Passi il voler far sentire poco o nulla la N in consul, passi la lettura separata degli elementi dei dittonghi e il suono sempre gutturale di C e G. Ma quando si dovrebbe passare a far sentire correttamente la differenza tra vocali lunghe e brevi, come si fa? Eppure i Latini lo facevano…
Se perciò vuoi porre attenzione a non far sentire la N quando precede la S fai pure, ma sappi che devi pronunciare correttamente anche le quantità delle vocali, sennò non puoi dire di usare una pronuncia correttamente classica.Comunque, per una trattazione leggera e divertente dell’argomento pronuncia ti rinvio ad una gustosissima lezione del corso di Atticus & Alter, dove tra l’altro si accenna alla questione della grafia di Consul:
http://www.discipulus.it/didattica/lectio-prima-pars-secunda-la-pronuncia-del-latino.htmlCiao! :hai:
8 Ottobre 2010 alle 05:33 #14358Gabriele
PartecipanteMa chi è il signor “caldarrosta”?? troppo forte atticus :rofl:
Tornando a temi seri, ho iniziato a seguire le lezioni di latino all’uni… Parlando di fonetica, ho introdotto, con discrezione, la questione restituta… La prof non sa manco cos’è, continuava a dirmi: sì il latino va pronunciato in maniera foneticamente corretta, e tirava fuori gli accenti, le sillabe ecc.. Io: sì prof, ma io intendo un’altra cosa… Niente non ne siamo venuti a capo, alla fine ho spiegato che in ambito scientifico esiste proprio un altro modo di pronunciare diverso da quello scolastico italiano ed ho fatto qualche esempio, la prof pareva interessata ma con chiara espressione di cadere dalle nuvole, sigh.
8 Ottobre 2010 alle 05:34 #14359Gabriele
PartecipanteAh, ho registrato questo carme su youtube con la mia voce, non sia troppo cattivi diskipulini 😛
8 Ottobre 2010 alle 22:24 #14360imported_Sempronia
Partecipante@Gabriele wrote:
Ah, ho registrato questo carme su youtube con la mia voce, non sia troppo cattivi diskipulini 😛
Cari diskipulini, la voce e il tono di Gabriele non vi ricordano qualcuno? 😮
10 Ottobre 2010 alle 04:49 #14361Gabriele
PartecipanteChi?!? 😮
10 Ottobre 2010 alle 14:00 #14362imported_Sempronia
Partecipante@Gabriele wrote:
Chi?!? 😮
Un nostro comune amico, che naturalmente tu non conosci.
Le vostre voci somigliano in modo impressionante, almeno a mio parere.Colgo l’occasione per qualche osservazione sulla tua lettura.
Se vuoi essere un purista, i dittonghi vanno letti con la -e finale indistinta, che sfuma lievemente in una -i.
Ho inoltre notato che la lettura metrica ogni tanto è imprecisa; in particolare mi è rimasto impresso un ludére che è sbagliato anche in prosa.
Sempre per la metrica, mancano un paio di sinalefe (le ho segnalate qui sotto con il carattere piccolissimo) che comportano la presenza di una sillaba di troppo nella scansione.Pàsser, dèliciaè meaè puèllae,
quìcum lùdere, quem ìn sinù tenère,
cùi primùm digitùm dare àppetènti
èt acrès solet ìncitàre mòrsus
cùm desìderiò meò nitènti
càrum nèscioquìd libèt iocàri
èt solàciolùm suì dolòris,
crèdo, ut tùm gravis àcquièscat àrdor1:
tècum lùdere, sìcut ìpsa, pòssem
èt tristès animì levàre cùras!
ps Ma chi tiene i corsi di latino per principianti nella tua Università? 😮
Posso capire che non ci sia bisogno di un cattedratico, ma uno che si fregi della qualifica di docente di latino non può ignorare la questione della restituta. Tendo a credere che tu abbia volutamente esagerato… 😉10 Ottobre 2010 alle 14:25 #14363Gabriele
PartecipanteNo ti assicuro che non la conosce… Le ho fatto alcuni esempi sulle differenze e cadeva dalle nuvole, comunque riaffronterò la questione.
Su ludere mi ero accorto anche io risentendomi, ma era la terza o quarta volta che registravo e mi ero stufato. 😀11 Ottobre 2010 alle 13:58 #14364Gabriele
PartecipanteFinalmente ho preso propedeutica al latino di Traina, devo dire che spiega abbastanza bene nelle prime 50 pagine circa, anche se non condivido le sue conclusioni. Tra l’altro, dice che in un congresso degli anni ’60 solo il Bonfanti manifestò il desiderio che anche in Italia si seguisse l’esempio francese, che proprio in quegli anni abbandonava il latino “francois”, per quello classico, mentre lui e tutti gli altri opposero un diniego, epperò, nelle parole latine adotta la grafia della restituteè.
Comunque, quando si dice che l’acca, ad inizio parola, va “aspirata”, come si fa esattamente? a me più che aspirare, nel senso risucchiare l’aria, viene da buttarla fuori cercando di dare una certe profondità alla lettera che segue l’acca.
11 Ottobre 2010 alle 21:10 #14365imported_Peppone
Partecipante@Sempronia wrote:
Cari diskipulini, la voce e il tono di Gabriele non vi ricordano qualcuno? 😮
Ha una voce familiare, verissimo! Magistrale osservazione quella di Sempronia!
23 Gennaio 2014 alle 07:58 #14366chal3oye
PartecipanteLa prof non sa manco cos’è, continuava a dirmi: sì il latino va pronunciato in maniera foneticamente corretta, e tirava fuori gli accenti, le sillabe ecc.. Io: sì prof, ma io intendo un’altra cosa… Niente non ne siamo venuti a capo, alla fine ho spiegato che in ambito scientifico esiste proprio un altro modo di pronunciare diverso da quello scolastico italiano ed ho fatto qualche esempio, la prof pareva interessata ma con chiara espressione di cadere dalle nuvole, sigh.
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