Usi medicinali del garum

Se è vero che molte cose che non hanno proprio un sapore gradevole sono medicinali, non c’è ragione per cui il nostro garum dovrebbe far eccezione! Delle proprietà medicamentose di questo prodotto siamo bene informati sia da fonti greche che latine.
Ad informarci di questi usi non alimentari è il medico greco Dioscoride (1), che nella sua opera in sei libri sulla materia medica dice:

Ogni tipo di garum, che è una salsa ottenuta da pesci e carni macerati con il sale, se con esso si fa un impiastro caldo, blocca le piaghe che consumano. Cura i morsi di cane. Si somministra a quelli che soffrono di dissenteria e di sciatica; ad alcuni si somministra perché cauterizzi le parti piagate, ad altri, invece, per far sentire ferite che non hanno avvertito.

Concorda per quanto riguarda questi usi Plinio (2) :

…e col garum si guariscono le ustioni recenti, purché colui che lo versa non dica garum. E’ utile contro i morsi dei cani e soprattutto contro quelli del coccodrillo, e per le ferite che si diffondano o quelle infettate. E’ ancora magnificamente utile anche per le ferite e i dolori della bocca e delle orecchie…

Quindi stia bene attento colui che, volendo utilizzare farmaci alternativi per curarsi una scottatura, mentre si disinfetta col garum non ne pronunci il nome, o ne vanificherà gli effetti!
L’autore del trattato De Re Rustica in dieci libri, Columella (3), ci riferisce che il garum poteva essere usato anche per curare una pericolosa epidemia che colpiva le cavalle:

Vi è anche la famosa letale epidemia, tale che in pochi giorni le cavalle diventano preda di un improvviso deperimento e quindi della morte: quando ciò accade, è utile infondere quattro sestari di garum in ciascuna narice per gli animali più piccoli, per i più grandi se ne deve versare un congio. Ciò provoca la fuoriuscita dalle narici del muco e guarisce l’animale.

Povere cavalle: per guarire dalla malattia dovevano ricevere nelle narici dai due ai tre litri abbondanti di salata salsa di pesce! In ogni caso avrebbero dovuto apprezzare quanto faceva il loro padrone, che certo per questa cura spendeva un bel po’, dati i prezzi del garum.

Anche l’allec è citato da Plinio (4) come prodotto dalle qualità curative, ed usato soprattutto per curare alcune malattie cutanee degli animali:

Allo stesso tempo esso (l’allec) sarebbe indicato per i bisogni della vita. Anche esso ha qualche uso in medicina: infatti anche l’allec guarisce la scabbia delle pecore, iniettato attraverso un’incisione della pelle, ed è utile anche contro i morsi del cane o del drago marino, e viene posto su bende di lino sfilacciate.

Note:

  1. Dioscoride Pedanio, De materia medica, libro II, 32: <γάρος> δὲ πᾶς τῶν ταριχευτικῶν ἰχθύων καὶ κρεῶν καταντλούμενος νομὰς ἐφιστᾷ καὶ κυνόδηκτα ἰᾶται. ἐνίεται δὲ καὶ ἐπὶ δυσεντερικῶν καὶ ἰσχιαδικῶν, ἐφ’ὦν μὲν ἵνἃ τὰ εἱλκωμένα ἐπισπάσῃ, ἐφ’ὦν δὲ ἵνα τὰ ἀνέλκωτα ἐρεθίσῃ
  2. Plinio, libro XXXI, 96: …et garo ambusta recentia sanantur, si quis infundat ac non nominet garum. contra canum quoque morsus prodest maximeque crocodili et ulceribus, quae serpunt, aut sordidis. oris quoque et aurium ulceribus aut doloribus mirifice prodest.
  3. Columella, De Re Rustica, libro VI, 34: Est etiam illa pestifera labes, ut intra paucos dies equae subita macie et deinde morte corripiantur; quod cum accidit, quaternos sextarios gari singulis per nares infundere utile est, si minoris formae sunt; nam si maioris, etiam congios. Ea res omnem pituita per nares elicit, et pecudem expurgat.
  4. Idem: Haec obiter indicata sint desideriis vitae. et ipsa tamen non nullius usus in medendo. namque et allece scabies pecoris sanatur infusa per cutem incisam, et contra canis morsus draconisve marini prodest, in linteolis autem concerptis inponitur…

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