Lezione 01 – Lettura e pronuncia del Latino

In questa prima lezione affronteremo lo studio dell’alfabeto latino, la pronuncia, i dittonghi, esercizi.

L’alfabeto latino è formato da 24 lettere (le 21 italiane più k, x, y).

Per la pronuncia del latino esistono due norme, ossia la pronuncia classica e la pronuncia ecclesiastica. A scuola si adotta la pronuncia ecclesiastica (detta appunto anche scolastica) che è identica a quella italiana con qualche eccezione. Invece la pronuncia classica, detta anche lectio restituta , è stata ricostruita nel ‘400 da umanisti italiani, che credevano che ai tempi antichi si pronunciassero differentemente dall’italiano molte parole (es. caesar pr. class. = càesar; cognosco pr. class. = cog.nosco).
Da ora in poi si parlerà solo di pronuncia ecclesiastica.

Gruppi di lettere che si pronunciano diversamente da come scritto:
•  ti + voc.   pron. – zi + voc   (es. vitium pr. vìzium)
questa regola non si applica se ti + voc. è preceduto da s , x o t (es. quaestio pron. quèstio)

I due dittonghi della lingua latina:
•  ae pron. e (es. Caesar pron. cèsar)
•  oe pron. e (es. poena pron. pèna)
•  au pron. au (es. aurum pron. àurum)
I primi due dittonghi però si leggono come sono scritti se la e compare con la dieresi: ë (es. poëta)

Norme dell’accento latino
•  Nessuna parola latina è accentata più indietro della terzultima sillaba
•  Nessuna parola latina è accentata sull’ultima sillaba
•  Una parola latina si accenta sulla penultima sillaba se questa è lunga; si accenta sulla terzultima se la penultima è breve

Una vocale lunga è segnata da un tratto lungo in cima. Inoltre è “lunga per posizione” quando è seguita da due consonanti.
Si ricorda che i dittonghi sono lunghi.

contĭnes pron. còntines
placēbas pron. placébas
vehementer (NB. la vocale della penultima sillaba è seguita da due consonanti) pron. vehemènter
formŭla pron. fòrmula
audīvi pron. audìvi

Esercizi : Lettura e pronuncia del Latino

1. Leggi le seguenti parole attenendoti alle norme della pronuncia scolastica.

coemìsti – quaesìvi – Cìcero – Graecus – vitae – lungius – diligèntior – coepi – divitiae – càpere – gratias – philosophiae – exceptiònem – mentior – oboedio – praefectus legionis – scaena – video – consultatio – beatus – diutius – pulvìnar – eo – veneràtio – moveo – ignominia – frigus – suppono

2. Segna l’accento tonico secondo le norme dell’accentazione.

supplĕo – maritĭmus – indignans – index – sitĭens – commūni – amavēre – possûmus – recentes – omnĭbus – impĕtum – auxēre – Romāni – pupulusque – foeda – irascĕrer – ponĕre – amicitiaque – Tarentum – fecērunt – philosophĭa – viŏla

21 Replies to “Lezione 01 – Lettura e pronuncia del Latino”

  1. Secondo voi, come si pronunciano in latino le parole tipo “escae”, “brassicae”, “transfugae”..etc…?
    Cioè si dice “esce”, oppure “esche”? Brassice oppure brassiche? Transfuge oppure transfughe? Grazie!

    1. Là regola esiste e là tipologia di pronuncia che cambia.
      Le pronunce infatti sono 2 : classica ed ecclesiastica (o scolastica)

      Nella CLASSICA:
      -ci,ce = chi, che

      -gi,ge =ghi,ghe

      -i dittonghi si leggono come si scrivono.
      -ti = ti ti(otium leggi proprio oTIum

      Y = u francese

      -non esisteva la V e si leggeva smpre u (vivere leggi UiUere, la V fu introdotta nell’ umanesimo )

      -gn-devi pronunciarle staccate (agnen leggi ag nen, cioè la G è dura )

      La pronuncia scolastica è quella descritta sopra ed è quella poi utilizzata dalla chiesa,rempiendola

      di grecismi .

      Quando studi PLAUTO o Cornelio Nepote dovresti utilizzare là pronuncia classica, quando leggi un’ esserci post rinascimento allora quella scolastica

    2. escae si pronuncia come se il dittongo fosse una e quindi si dice esce e non esche. lo stesso per brassicae, transfugae

  2. Discutendo tra colleghi ci è sorto un dubbio di pronuncia (mai essere certi nella vita!): il gen. di is,ea,id (eius) si pronuncia “èius” o “eìus” come “istìus”? Questo è il dilemma!
    Grazie per la risposta

  3. 1)co/e/mi/sti va scritto in modo che si capisca che non è un dittongo;
    2) Non viene spiegata la divisione in sillabe;
    3) le lunghe dovrebbero essere pronunciate strette, le brevi aperte; e invece qui i dittonghi sono indicati tutti come aperti;
    4) Non si spiega la pronuniciadella c e g, come nelle parole indicate da Luigi;
    $) non si dice che in latino i dittonghi sono formati inmodo diverso dall’italiano.

    1. Spero tu abbia notato che quelle brevi indicazioni fonetiche non hanno la pretesa di essere una lezione cattedratica 🙂

  4. Ho lo stesso problema esposto da Mentore il 25 settembre 2010: il genitivo singolare di is, ea, id si pronuncia èius o eìus? e quello di hic, haec, hoc è hùius o huìus? Considerando la loro categoria grammaticale, verrebbe da applicare la tipica pronuncia pronominale in -ìus, con la i lunga, ma non sono sicura a riguardo…Per cortesia, qualcuno potrebbe risolvere questo mio dubbio? Grazie.

    1. La lettura corretta è èius, hùius perché queste parole sono bisillabe; la -i- intervocalica assume la funzione di semiconsonante.

  5. Oppure, si può scrivere, come MVIIM che appare per la sua lunghezza,il più corto dei quattro, e per l’utilizzo di un metodo sottrattivo, più avvezzo ai latini, il più coerente alla loro visione e comunque il più pratico.
    Grazie.

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