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3 Giugno 2010 alle 09:46 #11696
Francy
PartecipanteCiao, potreste guardare questa scansione? So che l’esametro è relativamente semplice ma al liceo ci facevano andare ad orecchio (poi me lo spiegò Major infatti!), così se adesso mi pongo delle domande semplicissime, non so rispondere.
Scusate per le imprecisioni relative ai passi, li ho ricopiati così com’erano da alcuni appunti.Ennio VV 10-12
òva parìre solèt genus pènnis còndecoràtum
nòn anim(am) èt post ìnde venìt divìnitus pùllis
ìps(a) animàIn genus c’è la -s caduca o devo considerare -us breve?
Ennio Annales II
àt tuba tèrribilì sonitù taratàntara dìxit
òlli rèspondìt rex A’lbaì LongàiEnnio VI
ìncedùnt arbùsta per àlta secùribus caèdunt
Pèrcellùnt magnàs quercùs excìditur ìlex
fràxinus fràngitur àtq(ue) abiès constèrnitus àlta
Pìnus pròceràs pervòrtunt òmne sonàbat
àrbustùm fremitù silvài fròndosàiPerché la us di fraxinus è breve e quella di pinus, al verso dopo, lunga?
La us finale può essere sia breve che lunga o c’è un motivo a me ignoto?
Ho letto in rete che -us a fine di parola è generalmente breve.Ennio XI
Tùm clipeì resonùnt et fèrri strìdit acùmenIn Clipei, ei non è dittongo?
Ennio VI
Quò vobìs mentès rectaè quae stàre solèbant
àntehac dèmentès sesè flexère viàiLa hac di antehac non si allunga per posizione perché hac è un monosillabo (e i monosillabi uscenti in consonante sono brevi?)?
Ho un problema con i dittonghi… ae, au, ei, eu, oe, ui; sono questi, giusto? Su quo l’ictus cade sulla u, allora? Perché a volte vocali che non fanno dittongo vanno considerate insieme? Come faccio a capire/distinguere i vari casi? Perché quae dev’essere considerata un’unica cosa?
Dagli appunti dopo flexere c’è scritto qualcosa simile a vietae ma in rete ho trovato viai. Qual è la parola corretta?Ennio VIII
Nùnc hostès vinò domitì somnòque sepùlti
cònsiluèreEnnio I
ìlia dìa nepòs quas aèrumnàs tetulìsti
ò Tite tùte tatì tibi tànta tyrànne tulìstiMi viene da piangere! :worried:
3 Giugno 2010 alle 14:36 #14015imported_Sempronia
Partecipante@Francy wrote:
… se adesso mi pongo delle domande semplicissime, non so rispondere.
La difficoltà sta nel fatto che questo è latino arcaico; vedrai che con Virgilio non ci saranno tutti questi problemi, per fortuna. 😉
@Francy wrote:
òva parìre solèt genus pènnis còndecoràtum
In genus c’è la -s caduca o devo considerare -us breve?
Mah! Se provo a leggere, il ritmo mi suggerisce di ignorare la -s finale di genus, quindi credo sia caduca.
@Francy wrote:
fràxinus fràngitur àtq(ue) abiès constèrnitus àlta
Pìnus pròceràs pervòrtunt òmne sonàbat
àrbustùm fremitù silvài fròndosàiMi sembrano tutti a posto; per l’ultimo verso vedi pagina 6 del seguente pdf
http://web.tiscali.it/alphaomega/Let_lat.pdf@Francy wrote:
Perché la us di fraxinus è breve e quella di pinus, al verso dopo, lunga?
La us finale può essere sia breve che lunga o c’è un motivo a me ignoto?
Ho letto in rete che -us a fine di parola è generalmente breve.Il punto non è tanto che -us sia generalmente breve (nella IV decl. infatti è lungo), quanto la frequente tendenza della -s finale a cadere.
Ho spulciato un mio libro molto tecnico, tutto impolverato 😀 , e ho trovato un saggio di Cesare Questa, riferito alla metrica latina arcaica, dove si dice che il fonema -s può, non deve cadere davanti ad iniziale consonantica, ma solo dopo vocale breve e mai nei monosillabi. Aggiunge che questo fenomeno è accettato in pieno dalla poesia esametrica di Ennio 😉 ; dice che non c’è alcuna norma precisa per l’elisione di -s, ma che all’orecchio il fenomeno è avvertibile solo dove il metro ci obbliga ad avere sillaba breve, così come siamo sicuri che non viene elisa dove il metro ci obbliga ad avere sillaba lunga.
Il resto alla prossima puntata 😀4 Giugno 2010 alle 19:43 #14016imported_Sempronia
PartecipanteCompitino della sera….
@Francy wrote:
Tùm clipeì resonùnt et fèrri strìdit acùmen
In Clipei, ei non è dittongo?Qui credo di no, ma può accadere che per sinizesi due vocali consecutive all’interno di una parola vengano considerate una sola sillaba (per esempio de-in-de/dein-de)
@Francy wrote:
Quò vobìs mentès rectaè quae stàre solèbant
àntehac dèmentès sesè flexère viài
La hac di antehac non si allunga per posizione perché hac è un monosillabo (e i monosillabi uscenti in consonante sono brevi?)?Il primo piede è spondeo, perché il solito libro polveroso 🙂 dice che il fonema intervocalico H ha perso ogni valore, quindi antehac suona come antac.
@Francy wrote:
Ho un problema con i dittonghi… ae, au, ei, eu, oe, ui; sono questi, giusto? Su quo l’ictus cade sulla u, allora? Perché a volte vocali che non fanno dittongo vanno considerate insieme? Come faccio a capire/distinguere i vari casi? Perché quae dev’essere considerata un’unica cosa?
Per ei vedi sopra.
Quo e quae sono monosillabi, perché la -u- non conta come vocale; d’altra parte anche in italiano è solo un segno grafico.
Vocali che di norma non costituiscono dittongo possono, per esigenze metriche, rientrare in una sola sillaba; dovresti capirlo proprio dal metro che non “torna”.@Francy wrote:
Dagli appunti dopo flexere c’è scritto qualcosa simile a vietae ma in rete ho trovato viai. Qual è la parola corretta?
Anch’io ho trovato sempre viai e non ho motivo di pensare che anche siti seri citino Ennio con un refuso. Forse chi ti ha passato gli appunti ha fatto confusione?
@Francy wrote:
Mi viene da piangere! :worried:
Sorridi, sei su Candid camera! :rofl:
:*5 Giugno 2010 alle 09:16 #14017Francy
PartecipanteAltro che Candid Camera, mi sembro la protagonista di una serie infinita di barzellette. 😀
Il libro polveroso, è unico al mondo? Perché quasi quasi…Grazie, adesso è tutto mooolto (ma proprio mooolto) più chiaro! :*
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