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13 Novembre 2010 alle 17:33 #11769
imported_Peppone
PartecipanteSalute amici!
qualcuno potrebbe chiarirmi degli aspetti che riguardano il costrutto dell’ablativo assoluto? Perchè tale costrutto può farsi con tutti i verbi attivi e passivi transitivi e intransitivi quando il participio è usato al presente, mentre quando è al perfetto si può fare solo con quei famosi “DITA” deponenti intransitivi e transitivi attivi?
Se è una cosa banale, non vogliatemene… 🙂13 Novembre 2010 alle 22:20 #14441imported_Sempronia
PartecipanteLa tua domanda non è affatto banale 🙂
Me lo sono fatta spesso anch’io, ma, a parte l’ovvia mancanza di participio perfetto nei verbi attivi intransitivi, non mi spiego perché non siano attestati ablativi assoluti del tipo “matre hortata”, mentre esiste il “matre hortante”.
Ho cercato qualche spunto in Internet e ho trovato un’interessante stralcio, la cui anteprima però è incompleta.
Non ho capito tutto, al momento, perché viene usata una terminologia che non mi è familiare (devo capire bene cosa intende con Tema), ma tu prova a leggere da pagina 289.13 Novembre 2010 alle 22:33 #14442imported_Sempronia
PartecipanteSe ne parla anche qui, non a caso citando nella bibliografia l’autore del manuale di google books.
14 Novembre 2010 alle 10:24 #14443Hostilius_LXXXV
Partecipante@Sempronia wrote:
Se ne parla anche qui, non a caso citando nella bibliografia l’autore del manuale di google books.
http://www.maldura.unipd.it/ddlcs/penello/venezia2004.pdfInteressante articolo. Comunque, da quello che più ho capito da quello studio, comprendere proprio i minimi dettagli della costruzione dell’ablativo assoluto sembra avere senso solo per chi ha interesse a tradurre dall’italiano al latino, dunque per chi è interessato solo a comprendere e tradurre i testi dal latino all’italiano non so quanto possano essere utili queste nozioni, certo per chi si senta interessato ad approfondire molto la lingua allora si è liberi di compiere ciò. Magari qualcuno di voi ha scoperto di essere un abile scrittore e poeta in latino, in tal caso sarei davvero curioso di leggere qualche sua opera.
Ciao .
14 Novembre 2010 alle 15:41 #14444imported_Sempronia
Partecipante@Hostilius_LXXXV wrote:
@Sempronia wrote:
Se ne parla anche qui, non a caso citando nella bibliografia l’autore del manuale di google books.
http://www.maldura.unipd.it/ddlcs/penello/venezia2004.pdfInteressante articolo. Comunque, da quello che più ho capito da quello studio, comprendere proprio i minimi dettagli della costruzione dell’ablativo assoluto sembra avere senso solo per chi ha interesse a tradurre dall’italiano al latino, dunque per chi è interessato solo a comprendere e tradurre i testi dal latino all’italiano non so quanto possano essere utili queste nozioni, certo per chi si senta interessato ad approfondire molto la lingua allora si è liberi di compiere ciò. Magari qualcuno di voi ha scoperto di essere un abile scrittore e poeta in latino, in tal caso sarei davvero curioso di leggere qualche sua opera.
Ciao .
No, Hostilius, né Peppone né io intendiamo poetare in latino 😀 ; abbiamo esperienze diverse, ma siamo ugualmente interessati alla lingua.
Per quanto riguarda me, la prova più impegnativa che ho affrontato in quest’ambito è stata la traduzione dell’incipit dei Promessi Sposi, prescritta dal docente che doveva darmi l’abilitazione ad insegnare latino nelle scuole superiori. La trovai una richiesta bizzarra, ma mi cimentai.
Ai miei alunni (primo biennio di latino) sottopongo talvolta esercizi di manipolazione dall’italiano in latino, ma si tratta di brevi prove per verificare la loro padronanza della morfosintassi elementare; quello su cui invece insisto molto è la comparazione degli usi linguistici (almeno greco-italiano-lingua straniera nota) per trovare affinità e divergenze.
Se voglio far capire meglio il senso di un ablativo assoluto latino, non posso prescindere da forme linguistiche a loro note, come il “Tutto sommato” e il “Me compreso”, ma certamente con studenti delle superiori non ha senso andare oltre: non a caso quegli articoli sono rivolti al livello universitario.
Quindi, nel merito rispondo per me, ma credo di conoscere abbastanza Peppone per capire qual è la ratio della curiosità sull’ablativo assoluto.
Non mi basta conoscere la lingua latina tanto da comprendere a prima vista il senso profondo di un testo; a me interessa capire il perché di alcune strutture, entrare nelle pieghe di una lingua e dei processi mentali di chi l’ha elaborata.
Per fare un esempio banale, ritengo sia fondamentale capire la valenza di un ad + accusativo: non si tratta di memorizzare che esprime la funzione/espansione di moto a luogo e fine, ma è molto più produttivo capire che i Romani indicavano così la destinazione, reale o figurata, di un’azione.
In questo senso, trovo più che ragionevole cercare di capire come mai non fosse usato nel sintagma ablativale il participio di verbi deponenti transitivi; l’articolo che ho linkato tenta di dare risposta a questa curiosità e m’interessa poco che lo faccia in prospettiva italiano/latino.18 Novembre 2010 alle 11:21 #14445imported_Peppone
Partecipante@Sempronia wrote:
…In questo senso, trovo più che ragionevole cercare di capire come mai non fosse usato nel sintagma ablativale il participio di verbi deponenti transitivi…
Il tempaccio di questi giorni e le ripercussioni che ha avuto sulle linee telefoniche mi hanno tenuto lontano dal forum 🙂 Innanzitutto, cara Sempronia, ti ringrazio per la risposta e per i link che hai fornito e per aver colto lo spirito della mia domanda. Come tu stessa hai detto, ti è capitato di chiederti il perchè di tali “limiti” nella costruzione dell’ablativo assoluto. Ma un interrogativo di questo tipo non necessariamente sorge dalla volontà di approfondire la lingua latina tanto da tentare composizioni in prosa o addirittura in poesia, ma piuttosto capire il perchè di una regola, di un uso. CI vuol poco ad aprire il Tantucci e leggere la regola, ma comprenderne i perchè è anche un buon metodo per assimilare i costrutti al solo scopo di renderli in italiano.
Mi ha divertito poi moltissimo la bizzarra richiesta che ti fu posta per l’esame di abilitazione. Non ti nascondo che sarei curiosissimo di sentire come suona in latino “Quel ramo del lago di Como…” 😀
18 Novembre 2010 alle 12:27 #14446imported_Sempronia
Partecipante@Peppone wrote:
Mi ha divertito poi moltissimo la bizzarra richiesta che ti fu posta per l’esame di abilitazione. Non ti nascondo che sarei curiosissimo di sentire come suona in latino “Quel ramo del lago di Como…” 😀
Mi ricordo che mi misi d’impegno a tradurre la descrizione dei luoghi manzoniani e che, alla fine, rimasi molto soddisfatta del mio lavoro 8) .
Ogni tanto, quando ci penso, rimpiango di non aver conservato il blocco di appunti (niente videoscrittura, negli anni ’70). -
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