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  • #11823
    Falbala
    Partecipante

    Avete letto qui? 🙁

    http://www.corriere.it/politica/11_aprile_16/berlusconi-docenti-sinistra_e9201f7e-680e-11e0-af60-fa6008356b52.shtml

    Io credo nella scuola che non propina alcuna ideologia. Questo dovrebbe essere un obiettivo di qualunque professore, indipendentemente dal suo credo politico… 😐

    #14642
    imported_Atticus
    Partecipante

    @Falbala wrote:

    Avete letto qui? 🙁

    http://www.corriere.it/politica/11_aprile_16/berlusconi-docenti-sinistra_e9201f7e-680e-11e0-af60-fa6008356b52.shtml

    Purtroppo sì. E ci sta bene un’altra citazione!!

    ……Quando la scuola pubblica è cosa forte e sicura, allora, ma allora soltanto, la scuola privata non è pericolosa. Allora, ma allora soltanto, la scuola privata può essere un bene. Può essere un bene che forze private, iniziative pedagogiche di classi, di gruppi religiosi, di gruppi politici, di filosofie, di correnti culturali, cooperino con lo Stato ad allargare, a stimolare, e a rinnovare con varietà di tentativi la cultura. Al diritto della famiglia, che è consacrato in un altro articolo della Costituzione, nell’articolo 30, di istruire e di educare i figli, corrisponde questa opportunità che deve essere data alle famiglie di far frequentare ai loro figlioli scuole di loro gradimento e quindi di permettere la istituzione di scuole che meglio corrispondano con certe garanzie che ora vedremo alle preferenze politiche, religiose, culturali di quella famiglia. Ma rendiamoci ben conto che mentre la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica, la scuola privata è espressione di varietà, che può voler dire eterogeneità di correnti decentratrici, che lo Stato deve impedire che divengano correnti disgregatrici. La scuola privata, in altre parole, non è creata per questo.La scuola della Repubblica, la scuola dello Stato, non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un partito, di una setta. Quindi, perché le scuole private sorgendo possano essere un bene e non un pericolo, occorre:
    – che lo Stato le sorvegli e le controlli e che sia neutrale, imparziale tra esse. Che non favorisca un gruppo di scuole private a danno di altre.
    – che le scuole private corrispondano a certi requisiti minimi di serietà di organizzazione.

    Solamente in questo modo e in altri più precisi, che tra poco dirò, si può avere il vantaggio della coesistenza della scuola pubblica con la scuola privata. La gara cioè tra le scuole statali e le private. Che si stabilisca una gara tra le scuole pubbliche e le scuole private, in modo che lo Stato da queste scuole private che sorgono, e che eventualmente possono portare idee e realizzazioni che finora nelle scuole pubbliche non c’erano, si senta stimolato a far meglio, a rendere, se mi sia permessa l’espressione, “più ottime” le proprie scuole. Stimolo dunque deve essere la scuola privata allo Stato, non motivo di abdicazione. Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito. Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime.

    Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto:
    – rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
    – attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
    – dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico!
    Quest’ultimo è il metodo più pericoloso. » la fase più pericolosa di tutta l’operazione […]. Questo dunque è il punto, è il punto più pericoloso del metodo. Denaro di tutti i cittadini, di tutti i contribuenti, di tutti i credenti nelle diverse religioni, di tutti gli appartenenti ai diversi partiti, che invece viene destinato ad alimentare le scuole di una sola religione, di una sola setta, di un solo partito……..

    Piero Calamandrei, 1950

    #14643
    imported_Sempronia
    Partecipante

    @Falbala wrote:

    Avete letto qui? 🙁
    http://www.corriere.it/politica/11_aprile_16/berlusconi-docenti-sinistra_e9201f7e-680e-11e0-af60-fa6008356b52.shtml
    Io credo nella scuola che non propina alcuna ideologia. Questo dovrebbe essere un obiettivo di qualunque professore, indipendentemente dal suo credo politico… 😐

    Ben tornata fra noi! 🙂
    Posto che sono perfettamente d’accordo con te, mi domando che cosa significhi “quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia”.
    Vuole forse dire che tutte le famiglie italiane condividono gli stessi valori? magari quelli che trasmette ai suoi sventurati figli con i suoi comportamenti pubblici e privati?
    O, quando usa il termine famiglia, intende dire che la famiglia, in quanto tale, è portatrice di valori universali messi in discussione dalla scuola pubblica?
    Qualcuno dovrebbe ricordare a questo essere immondo che la scuola sulla quale sputa a giorni alterni fa una fatica immane a sostenere ancora, con un minimo di credibilità, i valori dell’onestà, della coerenza, del senso di responsabilità, della decenza, che non sono di destra o di sinistra. Quegli stessi valori di cui lui e i suoi luridi servi stanno facendo strame in Parlamento e nei luoghi istituzionali.
    Il mio massimo vanto come insegnante è di aver rispettato sempre gli alunni che mi venivano affidati, di aver fatto tutto il possibile perché imparassero a ragionare con la propria testa, inculcando, questo sì, il senso critico. Immagina quindi lo sconforto che mi prende quando sento certe falsità sbandierate come Vangelo da un imbonitore di piazza, un venditore di fumo autoproclamatosi il salvatore della famiglia. :@

    #14644
    Randall
    Partecipante

    Che cosa vi aspettate da uno che fa scrivere:

    “Fuori le BR dalle procure”??

    Siamo solo all’inizio. L’uomo dell’amore é in movimento.

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