No, non è un 45 giri di una cantante emergente. Si tratta di un manufatto moderno, direi tecnologico: un disco di nichel in una sfera di cristallo su cui è inciso il primo libro della Bibbia in 1500 lingue del pianeta, oltre a riferimenti linguistici di 2500 idiomi.
Un lavoro lungo otto anni che, emulo dell’antica stele conservata al British Muesum a Londra, intende conservare la memoria di tante lingue che stanno scomparendo, presupponendo che il manufatto possa resistere molto a lungo, e magari sopravvivere all’uomo.
Ho letto la notizia sul Corriere online qualche tempo fa, e la ripropongo agli amici di Discipulus.