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  • #11552
    Ulisse
    Partecipante

    Ciao a tutti quanti :hai: .
    Mi piacerebbe tanto sentire cosa ne pensate riguardo alla provocazione che Baricco ha lanciato sulle colonne di Repubblica.

    Io ne ho parlato qui: è lungo e non voglio appesantire il forum, quindi riporto il collegamento. Perdonate la forse eccessiva enfasi, ma è oggi mi è andato quasi tutto storto e quando ho letto quell’articolo di Baricco sono andato in escandescenze! Chiedo scusa anche per la lunghezza, spero di non essere stato troppo pesante! :sweat:

    Buona lettura allora :rofl:

    #13125
    Major
    Partecipante

    Caspita, fra tutti e due fate a gara a chi è più lungo! Mi riprometto di leggere con calma entrambi i contributi, ma ora è tardi! Ciao

    #13126
    Randall
    Partecipante

    Questa idea Keynesiana che il mercato possa autoregolarsi da solo é una di quelle nuove religioni che, passate le vecchie ideologie, sta prendendo piede nella nostra societá.

    É incredibile che a fronte della piú grande crisi finanziari a memoria d’uomo (se tagliamo un certo ’29) si possa ancora dire che “il mercato risolverá tutto”, come une specie di mantra rituale. Quando é ovvio che il mercato non risolve necessariamente soprattutto se non opportunamente controllato.

    Posso essere d’accordo sulla questione scuola, ma ormai siamo in una situazione complessa. La cultura nella nostra societá non é piú un valore, é anzi un disvalore, una perdita di tempo, un ragionare sul sesso degli angeli. E considerando il nostro governo, populista a gogo, non posso che concludere che la questione andrá peggiorando, dato che chi ha in mano le redini della cosa pubblica, al momento, preferisce dare panem et circenses a folle adoranti piuttosto che strutturare un faticoso percorso di rinascita culturale. Rinascita che non deve passare attraverso una “semplificazione della cultura” come fa Allevi, difatto svalutandola ed anzi creando “l’impressione” di una cultura (che é persino peggio dell’ignoranza), ma attraverso un lento percorso di riscoperta (letture, fondi, incoraggiamenti, premi letterari, partecipazione dei giovani, garanzie della cultura come riscatto sociale).

    Certo, fino a che avremo un tasso di clientelarismo agghiacciante, dove il merito é al secondo posto nella scala di valutazione dopo le conoscenze, la vedo molto dura spiegare al giovane del quartiere Zen che intraprendere con grande sacrificio un percorso culturale per uscire dall’emarginazione sociale sia un affare. Meglio la scorciatoia penserá lui (e come dargli torto?).

    D’altra parte l’ultima “riforma” della scuola e dell’Universitá é stata né piú, né meno che un taglio. Sprechi, non sprechi, non si é fatta alcuna differenza, si é tagliato e basta. Quindi abbiamo un quadro chiaro si quale sia il valore che oggi si dá alla cultura ed alla formazione.

    Faccio comunque notare che, come anche sottolineava Ulisse, esiste una perfetta correlazione tra grado culturale medio, classifica internazionale delle Universitá, validitá delle scuole e numero di laureati e dottorati e PIL. Sissignore, proprio il famoso beatificato PIL. Un paese acculturato produce e produce bene.

    Questa é la mia opinione (tranne la questione sulla riforma, quello é un fatto che ho toccato con mano).

    Ciao

    #13127
    Major
    Partecipante

    Contribuisco segnalando questo bell’articolo di Massimo Mantellini, su La Stampa online:

    http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200903articoli/41579girata.asp

    Giustamente dice, e internet dove è finito nella provocazione?

    #13128
    Ulisse
    Partecipante

    Grazie mille per le segnalazioni e i contributi! 🙂

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