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  • #11609
    giorgia2009
    Partecipante

    Vi chiedo se potete correggermi questa vesione da Cicerone (di seguito il testo latino e la mia traduzione). Grazie!!!

    CICERONE: Una lettera mai recapitata:
    Cicero Atticum salutat.
    Tuam epistulam ad vesperum avide exspectabam, ut soleo. Ecce tibi pueri Roma veniunt. Voco, quaero si tuas litteras habent. Negant. “Quomodo potis est?” dico iratus. Prae ira mea horrescent et annuunt: ita est, in via epistulam amittebant. Permoleste fero. Nunc, si in tuis litteris erant ioca aut facetiae historia dignae celeriter scribe. Ego valeo et valde me gero. Hic in villa me do historiae. Sed cognosce mea consilia: nam te volo videre. Primum in Formianum veniam, inde Antium. Inde cogito in Tusculanum, deinde Arpinum, postremo Romam veniam. Te aut in Formiano aut Antio aut in Tuscolano videbo. Tuam epistulam restitue mihi et adpinge nuntios novos. Vale.[/i]

    TRADUZIONE:
    Cicerone saluta Attico.
    Aspettavo avidamente la tua lettera verso sera, come sono solito. Eccoti arrivano i servi da Roma. (Li) chiamo, (gli) chiedo se hanno la tua lettera. Negano. “Come può essere?” dico adirato. A causa della mia ira hanno timore e annuiscono: è così, perdevano la lettera nel cammino (=durante il cammino). Sopporto con molto dispiacere. Ora, se nella tua lettera c’erano storie divertenti o degne facezie scrivi velocemente. Io sto assai bene. Qui nella villa mi dedico alla storia. Ma conosci i miei progetti: infatti ti voglio vedere. In primo luogo verrò a Formia, quindi ad Anzio. Di là penso che verrò (=di venire) a Tuscolo, quindi ad Arpi, infine verrò a Roma. Ti vedrò o a Formia o ad Anzio o a Tuscolo. Restituiscimi la tua lettera e aggiungi un nuovo messaggero. Addio.

    #13461
    imported_Sempronia
    Partecipante

    Solo miglioramenti nella resa in italiano e qualche precisazione 🙂

    Cicerone saluta Attico.
    Aspettavo ansiosamente la tua lettera verso sera, come sono solito. Ecco che arrivano i servi da Roma. (Li) chiamo, (gli) chiedo se hanno la tua lettera. Rispondono di no. “Come può essere?” dico adirato. Si spaventano per la mia collera e annuiscono: è così, hanno perso la lettera durante il viaggio. Sono molto seccato. Ora, se nella tua lettera c’erano storie divertenti o facezie degne di essere raccontate scrivi in fretta. Io sto bene in salute e me la cavo benissimo. Qui nella villa mi dedico alla storia. Ma sappi/devi sapere i miei progetti: infatti ti voglio vedere. In primo luogo verrò a Formia, quindi ad Anzio. Di là, penso, verrò a Tuscolo, quindi ad Arpino, infine a Roma. Ti vedrò o nella mia villa di Formia o ad Anzio o nella zona di Tuscolo. Fammi riavere la tua lettera e aggiungi notizie nuove. Addio.

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