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  • in risposta a: obiettivi e metodi efficaci nel latino: vostre esperienze #13577
    Hostilius_LXXXV
    Partecipante

    @Oineo wrote:

    Devi secondo me capire che non c’è un tipo di studio per tradurre dal latino e un altro tipo di studio finalizzato alla traduzione dall’italiano. Se sai bene il latino, te la caverai anche con le frasi dall’italiano.

    Non saprei, secondo la mia opinione ed esperienza, ho sempre ritenuto che non si può studiare una lingua al puro scopo di conoscerla, per il semplice fatto che conoscere una lingua (sia antica che moderna) può comprendere un sacco di cose: comprendere frasi semplici, comprendere frasi letterarie con molte subordinate, dialogare, rispondere in lingua madre a domande su un testo, comporre riassunti, inventare poesie, tradurre dalla e nella lingua madre, conoscere le origini e la storia di quella lingua… Il tipo di studio una lingua se è per alcune di queste finalità sarà molto diverso se è per altri scopi.

    @Oineo wrote:

    Comunque, il fatto che queste informazioni siano riportarte nella grammatica non significa che tu debba studiare tutto pedissequamente a memoria! Studia su un qualsiasi manuale assieme ad un insegnante che sappia spiegarti quali sono le informazioni fondamentali da sapere e quali le superflue ed esercitati con brani dal latino. Ecco tutto. 🙂

    Su questo sono d’accordo. In effetti ritengo che un libro da solo non è mai la soluzione definitiva allo studio: l’importante è il comprendere le finalità a cui miro e il contenuto a cui mi accosto, l’insegnante conta ma soprattutto conta il continuo proprio esercizio : studiare senza agire non serve a nulla. Sempre però trovando un buon metodo che faccia sì che lo sforzo valga il risultato.

    in risposta a: obiettivi e metodi efficaci nel latino: vostre esperienze #13575
    Hostilius_LXXXV
    Partecipante

    @Ptolemaios wrote:

    Stai facendo confusione. L’Orberg è decisamente diverso dall’Assimil.
    1) L’Assimil sì, siamo d’accordo, mira ad un uso attivo della lingua studiata.
    2) L’Orberg punta proprio a leggere gli autori attraverso uno studio graduale in lingua.
    @Hostilius_LXXXV wrote:

    Inoltre questo metodo Oerberg, date le origini straniere dell’autore, presuppone appunto una diversa lingua materna degli studenti e quindi si rischia che ci si dilunghi su aspetti grammaticali e di vocabolario che agli italiani sono molto più comprensibili che ai danesi connazionali dell’autore di quel testo.

    No. Nel libro stesso le spiegazioni sono ridotte al minimo necessario, ma il volume delle spiegazioni (l’Enchiridion) è stato tradotto e presumo quindi anche adattato per gli italiani (se ce ne fosse stato bisogno) dalla Vivarium Novum. Oltretutto, l’autore ha scritto il corso tutto in latino proprio perché non ci fossero problemi di lingua.

    @Hostilius_LXXXV wrote:

    distinzioni pignole che complicano soltanto la memorizzazione dei casi

    Ripetizioni inutili: interi capitoli sulle declinazioni degli aggettivi che sono la copia perfetta delle prime declinazioni dei nomi.

    L’Orberg è stato fatto anche per evitare queste situazioni…

    Ho capito, scusa. Avevo letto velocemente la discussione sull’Oerberg e l’Assimil e non avevo effettivamente compreso bene le differenze. In effetti l’Oerberg non l’ho mai sfogliato e dunque ho solo dato dei giudizi parziali basati sulle informazioni lette in quella discussione.

    Da quel che capisco può essere abbastanza utile per autodidatti, ma mi viene il dubbio che il tempo di studio del comprendere le regole a partire dai testi si prolunghi molto di più rispetto a una più veloce enunciazione esplicita delle regole seguita dalle loro applicazioni.

    Sono intenzionato comunque a provare il testo dell’Oerberg, se proprio nessuno sa segnalarmi altri testi con le caratteristiche che richiedevo cioè con un metodo non induttivo ma finalizzato solo alla traduzione latino-italiano, ma sarebbe un po’ strano se non ci fossero… Grazie a tutti.

    in risposta a: obiettivi e metodi efficaci nel latino: vostre esperienze #13573
    Hostilius_LXXXV
    Partecipante

    @Oineo wrote:

    Perché non provi con il metodo Orberg? Se ne è parlato qui viewtopic.php?f=15&t=251

    Da quel che ho letto mi sembra simile al metodo assimil. Da quel che capisco mi sembra un metodo buono per gli autodidatti e buono anche per imparare molto vocabolario, ma noto che anche in quella discussione si è notato che per arrivare alla lettura di frasi complesse tipiche dei classici occorre molto tempo…

    In effetti avendo abbastanza calma potrebbe valere la pena spendere un po’ più di tempo per risparmiarmi di sfogliare il vocabolario troppe volte.

    Secondo me però anche in questi metodi c’è il difetto che si perde tempo perchè si pensa, oltre a come si comprende un testo latino, anche a come produrre testi in latino, operazione secondo me non indispensabile ai fini della comprensione di testi latini.

    Inoltre questo metodo Oerberg, date le origini straniere dell’autore, presuppone appunto una diversa lingua materna degli studenti e quindi si rischia che ci si dilunghi su aspetti grammaticali e di vocabolario che agli italiani sono molto più comprensibili che ai danesi connazionali dell’autore di quel testo.

    @Oineo wrote:

    Comunque le declinazioni e le forme sintattiche dovrai studiarle comunque 😀

    Su questo non ci piove. Tuttavia se il mio scopo è solo comprendere e tradurre testi dal latino all’italiano e non produrre testi latini nè tradurre dall’italiano al latino allora certe grammatiche mi fanno perdere troppo tempo se si dilungano su:

    distinzioni pignole che complicano soltanto la memorizzazione dei casi: perchè insistere sul vocativo se alla fine è solo nella 2a declinazione che è diverso dal nominativo? Perchè non si dice che al plurale i casi sono solo 4, dato che il dativo plurale è sempre uguale all’ablativo plurale ?

    Ripetizioni inutili: interi capitoli sulle declinazioni degli aggettivi che sono la copia perfetta delle prime declinazioni dei nomi.

    Enormi zavorre utili solo appunto per tradurre dall’italiano al latino: cosa mi serve sapere tutti i nomi dei tre o quattro gruppi della 3a declinazione? Non mi basta ricordare che volte l’ablativo è in -e e a volte in -i e che a volte il genitivo plurale è in -um e altre volte in -ium? Perchè tutte quelle distinzioni pignole sulla consecutio temporum e simili sulle altre forme sintattiche, quando mi servirebbe solo sapere come si traduce in italiano quella certa forma sintattica latina senza dilungarsi sulle somiglianze con l’italiano ma evidenziando soprattutto le differenze?

    Ammetto comunque che i pochi testi grammaticali che ho trovato sono vecchi più di una decina di anni, quindi probabilmente avrò preso una botta di sfortuna, quindi ripeto la mia domanda riguardo a un consiglio su quale testo potrebbe essermi utile ai miei scopi.

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