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  • in risposta a: Utente Oineo #13504
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    Nemmeno furbo, per altro. Esce come figlio e rientra come padre. 😀

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    O è poco furbo o vuol essere scoperto. Propendo per l’ipotesi freudiana. 😀

    in risposta a: Lettere o beni culturali? #13499
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    @Oineo wrote:

    Stavo guardando il sito della facoltà di lettere di Urbino, vi sono 4 curricula. I primi due sono della classe di laurea in lettere (classico, moderno), gli altri due (archeologico, storico artistico) della classe di laurea in beni culturali.

    Informazione interessante.

    @Oineo wrote:

    Quelli che mi interessano sono il classico e l’archeologico. Dal tipo di esami per ogni curriculum mi sembra di capire che quello archeologico sia il più completo dal punto di vista linguistico (delle lingue antiche ovviamente).

    Se lo dici tu, mi fido; io non li ho letti.

    @Oineo wrote:

    In particolare, come è possibile che un laureando in lettere classiche debba sostenere un solo esame di lingua greca, mentre un laureando in beni culturali – curriculum archeologico – abbia tra i suoi esami Lingua greca I-II e Lingua latina?

    Arcana Universitatum studiorum.

    @Oineo wrote:

    Purtroppo il laureato in beni culturali non può accedere all’insegnamento nei licei, cosa che restringe, per me, la scelta al solo curriculum classico 🙁 .

    Altra informazione, stavolta, meno interessante, visto che non sappiamo nulla di te, né, tanto meno, perché ci hai fornito le precedenti.
    Scusa, ma scrivi un post per riflettere ad alta voce o per comunicare a degli sconosciuti, tu sconosciuto del pari, che devi scegliere un corso universitario e non sai che pesci pigliare? :^)

    @Oineo wrote:

    Saluti

    Saluti anche a te, misterioso nuovo iscritto.

    in risposta a: Riunione periodica #13446
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    @Tiberius wrote:

    Confermo la mia augusta presenza 😀
    OT
    Giustappunto voi due cercavo, Messere e Madama (i.e. Atticus e Sempronia).
    Occorrerebbemi ‘l vostro virtual contatto postale (un che lo leggiate di frequente). Fusse che fusse quello di Discipulus?
    Dispiacerebbevi scrivermi una mela a… ?
    Thank you so much.

    Io leggo di frequente tutte le mail, non come un certo magister che ha abbandonato quella di Discipulus…
    Dunque, va bene sempronia, con quel che segue.
    Non è il caso di scrivere in chiaro la tua mail su un forum pubblico, PP: ti ritrovi la casella impestata di spam!

    in risposta a: Utente Oineo #13502
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    @Major wrote:

    Nulla più che il Meleagro in incognito.
    Faccia di bronzo, dopo aver sputato di tutto su Discipulus torna con un nuovo nome utente e fa finta di niente.
    Vabbe’, era per segnalare.
    Ciao!

    Ho appena letto. Posso rispondere secca secca, ovviamente senza far riferimento all’identità? 😉

    in risposta a: Riunione periodica #13444
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    @Atticus wrote:

    La buona giornata a voi.

    Anche a Voi, Messere 😀

    in risposta a: Grandinata #13491
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    Ho visto ieri sera nel TG e ho pensato proprio a te, sentendo di Lecco 🙁
    Ogni tanto si scatena anche da noi, l’ultima volta sabato 4 luglio, quando il vento ha rovesciato sulla terrazza vasi di terracotta pesantissimi, di 50cm di diametro, con le piante di pomodorini curate dalla mia metà. 🙂

    in risposta a: Quasi quasi mi faccio un po’ di soldi… #13482
    imported_Sempronia
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    @Atticus wrote:

    Ti allego un estratto del regolamento dal sito dell’università:

    “La soglia di superamento del test è stabilita autonomamente da ciascuna sede. La soglia prevista dalla Facoltà di Ingegneria di Firenze sarà comunicata ai candidati il giorno della prova. Agli studenti che non raggiungono il punteggio minimo nel test saranno addebitati Obblighi Formativi Aggiuntivi. Tale debito potrà essere recuperato attraverso il superamento di un ulteriore test. Lo studente NON potrà sostenere gli esami dei corsi dei settori MAT03 e MAT05 (laddove cioè compare il nome Analisi Matematica e/o Geometria) fino a quando non avrà colmato il debito formativo derivante dal mancato superamento del test.”

    In sostanza non è che non puoi frequentare, ma alcuni esami non puoi darli se non hai superato il test. 🙂

    Adesso sì che ho capito! 😀
    No, alla Sapienza, almeno al momento dell’immatricolazione dei miei figli, non c’era alcun obbligo formativo aggiuntivo.
    Per Claudia, invece, c’era il numero chiuso, ma i concorrenti erano poco meno dei posti disponibili, quindi entrarono tutti, anche quelli con punteggi molto bassi.
    Ricordo però che ai primi di settembre fecero dei pre-corsi di matematica ai quali invitarono a partecipare (nessun obbligo) chi avesse avuto punteggi bassi nei quesiti di matematica, appunto.
    Mi sono documentata nel frattempo: è il DM 270 (cd decreto Moratti), che vincola tutte le Università all’applicazione di tale sistema.
    http://w3.ing.uniroma1.it/index.php?option=com_content&task=view&id=603&Itemid=128

    in risposta a: Quasi quasi mi faccio un po’ di soldi… #13483
    imported_Sempronia
    Partecipante

    @Atticus wrote:

    … qualcuno dovrebbe spiegarmi l’utilità di un test di ingresso obbligatorio per chiunque (indipendentemente dalla scuola di provenienza) decida di iscriversi alla facoltà di ingegneria dell’Università di Firenze quando:
    1- Non esiste numero chiuso.
    2- I quiz della prova contengono domande che spesso esulano da qualsivoglia programma scolastico.

    Quando si sono iscritti i miei due maschi il test d’accesso ad Ingegneria era obbligatorio, ma non vincolante (anche lì niente numero chiuso); il test veniva insomma presentato come orientativo, finalizzato all’autovalutazione dello studente. I quesiti vertevano per la maggior parte su materie scientifiche, ma credo ce ne fossero anche di cultura generale.
    Ho sempre pensato che un test di questo tipo servisse in primis all’Università per fare cassa (i maschi hanno pagato a suo tempo 50.000 lire, Claudia, per il test a numero chiuso, 30 euro, più altri 30 per l’accesso alla specialistica), ma, se fossi stato uno studente classificatosi in posizione molto bassa, con punteggi scarsi in fisica, matematica, chimica…, ci avrei pensato due volte prima di iscrivermi ad Ingegneria o, comunque, avrei messo in bilancio una sessione di recupero.

    @Atticus wrote:

    … molti dei suoi compagni hanno tuttora questa spada di Damocle sulla testa perchè si tratta di una prova tutt’altro che banale e non superarla preclude di fatto la possibilità di accedere alle sessioni di esame.

    Non ho capito quest’ultima cosa: perché di fatto preclude, se ci si può immatricolare e si possono frequentare i corsi?

    in risposta a: Genitivo soggettivo e oggettivo! #13467
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    @giorgia2009 wrote:

    Scusate ancora, ma anche oggi ho un quesito di grammatica che non capisco dalla mia grammatica: GENITIVO SOGGETTIVO E OGGETTIVO. Qui si dice: “in dipendenza da sostantivi in cui è individuabile un tema verbale, un genitivo può fungere da soggetto oppure da oggetto”, poi si fa l’esempio METUS ROMANUS=la paura dei Romani e dice che può essere intesa in due sensi:
    – i Romani hanno paura (genitivo soggettivo);
    – (i nemici) hanno paura dei Romani (genitivo oggettivo).
    C’entra qualcosa con il GENITIVO ASSOLUTO di greco, dove il soggetto è espresso in genitivo? Capisco che questa è una cavolata, ma non riesco a capire troppo.

    Non c’entra nulla il genitivo assoluto, che è una proposizione subordinata implicita.
    Si distingue il genitivo soggettivo da quello oggettivo facendo attenzione alla radice verbale presente nel nome.
    Parto dall’esempio della tua grammatica, che mi sembra poco efficace (metus Romanus), soprattutto perché ambiguo.
    Metus Romanus può significare solo “la paura dei Romani”, cioè “che appartiene ai Romani”, insomma un attributo latino che in italiano diventa un complemento di specificazione soggettiva, perché i Romani (soggetto) hanno paura. Per altro, non ho mai trovato un’espressione del genere, intendo con metus, mentre è frequente con altri sostantivi l’alternanza Romana plebs/Romanorum plebs, Romanus exercitus/Romanorum exercitus, dove però non si parla più di genitivo soggettivo o oggettivo, perché i sostantivi non hanno radice verbale.
    A mio parere, invece, Metus Romanus non può assolutamente significare “la paura nei confronti dei Romani”, che al massimo in latino è “Romanorum metus” (genitivo oggettivo); quest’ultima espressione però potrebbe anche significare “la paura che appartiene ai Romani” (genitivo soggettivo).
    Insomma, se si parla di genitivo, gli esempi latini devono essere in genitivo:
    1) amor patriae è solo genitivo oggettivo (cives patriam amant);
    2) amor matris può essere genitivo soggettivo (mater amat) o oggettivo (filii matrem amant);
    3) fuga hostium può essere solo soggettivo (hostes fugiunt);
    4) Caesaris mors può essere solo soggettivo (Caesar moritur);
    5) caedes Carthaginiensium può essere soggettivo (Carthaginienses caedunt Romanos) oppure oggettivo (Romani caedunt Carthaginienses);
    6) obsidio Veiorum può essere solo oggettivo (Romani obsident Veios).
    Da notare che in alcuni casi l’ambiguità in latino viene risolta utilizzando costruzioni diverse:
    nell’esempio 2) si può trovare in alternativa amor in matrem, come noi in italiano diciamo “verso la madre”; stesso discorso per odium patris (soggettivo e oggettivo), dove l’oggettivo si può sostituire con odium in patrem, che noi ricalchiamo in italiano con “l’odio nei confronti del padre”.
    Spero di essermi spiegata chiaramente.

    in risposta a: Quasi quasi mi faccio un po’ di soldi… #13479
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    @Tiberius wrote:

    @Sempronia wrote:

    Non c’è più religione! 😀 Ai miei tempi, se venivi dallo Scientifico, potevi iscriverti solo a Lettere moderne, al massimo; se venivi da un Istituto tecnico, niente Lettere, semplicemente, e nemmeno Filosofia.

    Non so se eri ironica, ma quando mia madre pronuncia le tue stesse esatte parole so per certo che non lo è 😛

    La faccina che sghignazza non basta? 😉

    @Tiberius wrote:

    A me sinceramente sta bene, non mi piace l’aria da conventicola di dotti che solitamente ammorba i dipartimenti di lettere classiche, e soprattutto l’idea di fondo che la cultura classica sia patrimonio di pochi eletti. Un po’ di apertura non può fare che bene, e comunque in linea di principio bisogna dare a tutti la “possibilità di”.

    D’accordo con te sulla questione di principio; trovo però che la necessità di impadronirsi dei rudimenti delle lingue classiche in breve tempo possa implicare il rischio di un imparaticcio superficiale. Verissimo che ci sono studenti di terzo liceo classico che non sanno ancora leggere correttamente il greco, ma credo sia innegabile che uno “attrezzato” possa affrontare agevolmente approfondimenti universitari che costerebbero enorme fatica a chi parte da zero, benché molto motivato. Insomma, se si è lavorato sodo, cinque anni di latino e greco lasciano il segno, ai fini del prosieguo degli studi in quell’ambito.
    Per la stessa ragione, penso che un ottimo istituto tecnico industriale, frequentato con impegno serio, prepari per una laurea in ingegneria o informatica o chimica meglio di un liceo classico.

    in risposta a: Participio e suoi usi #13489
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    @giorgia2009 wrote:

    Grazie!!! Mi stampo e studio questo, insieme alle schede che ci ha dato il prof… spero di che sia chiaro… in greco l’ho capito abbastanza, ma ci ho messo un po’ a capire come trdurlo…. in latino sembra tutto più difficile!!!
    Comunque, per il momento grazie!

    La traduzione del participio è esattamente uguale sia dal latino che dal greco.
    Di solito gli studenti trovano più difficoltà in greco…… 😉
    C’è un articolo specifico su come tradurre il participio greco, a seconda delle funzioni, sul manuale di greco Agnello-Orlando. Ho la scansione di quell’articolo e posso mandartela se mi fai avere la tua mail con un messaggio privato.

    in risposta a: Participio e suoi usi #13487
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    Partecipante

    @giorgia2009 wrote:

    Ciao, riuscite a spiegarmi come si forma il participio e i suoi usi (tutti e tre i participi, presente, perfetto, futuro)?

    http://www.lettere.unito.it/didattica/att/92bf.8404.file.doc
    Questi appunti provengono dall’Università di Torino e sono un buon punto di partenza.
    Dopo averli studiati, chiedi pure se qualcosa non ti è chiaro.
    Per ora non abbiamo ancora lezioni sul participio nel Corso di latino, ma non disperare, ci saranno. 🙂

    in risposta a: Quasi quasi mi faccio un po’ di soldi… #13476
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    Partecipante

    @Peppone wrote:

    Ma come, esistono i debiti formativi all’università? Non ne sapevo niente… 😮

    Non so se si chiamino proprio così, ma esiste per alcuni corsi una specie di prova d’ingresso (vado a memoria) che serve a testare se hai i prerequisiti minimi.
    E’ ovvio che un iscritto a Lettere (almeno per certi corsi di laurea all’interno della Facoltà) che non abbia mai studiato latino e/o greco risulterà avere un debito formativo, comunque lo si chiami. :).
    Per farti un esempio, anni fa ho aiutato una studentessa di Conservazione dei beni culturali, proveniente dallo Scientifico, che ha dovuto fare un esame di letteratura greca, comprendente anche traduzioni da Omero e altri autori.
    Per questo le Università si sono attrezzate ed offrono corsi di latino e greco per principianti.

    Leggi per esempio qui sotto, alla voce Programma/Contenuti, il NB
    http://www.lettere.unibo.it/Lettere/Didattica/Insegnamenti/dettaglio.htm?AnnoAccademico=2009&IdComponenteAF=345373&CodDocente=013386

    Non c’è più religione! 😀 Ai miei tempi, se venivi dallo Scientifico, potevi iscriverti solo a Lettere moderne, al massimo; se venivi da un Istituto tecnico, niente Lettere, semplicemente, e nemmeno Filosofia.

    in risposta a: Quasi quasi mi faccio un po’ di soldi… #13474
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    @Aiace Telamonio wrote:

    Primo anno di lettere? Booom!! Le versioni che ha mandato ce le davano in prima media ai miei tempi (non è vero, Titì?). 😀

    Primo anno di lettere, ma ha un debito formativo proprio perché non ha mai fatto latino né greco a scuola.
    Dimentichi che oggi ci si può iscrivere dappertutto con qualunque diploma.

    in risposta a: Quasi quasi mi faccio un po’ di soldi… #13470
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    @Tiberius wrote:

    Furba 😀

    Ma sì, chissà che non faccia da traino a qualcun altro.

    Mi ha risposto in PM che è al primo anno di lettere.

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