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  • #11398
    imported_Atticus
    Partecipante

    Mi sono permesso di aprire questo thread ( se ho sbagliato sezione prego l’Admin di provvedere) perchè spesso mi capita di trovare nelle opere letterarie latine con testo originale a fronte traduzioni che non convincono del tutto. Poiché le perplessità che mi nascono possono essere senz’altro frutto della mia scarsa conoscenza della lingua dei padri mi sono detto: Quale posto migliore di questo per chiedere lumi?

    Ecco quindi un primo esempio tratto dalla “Retorica a Gaio Erennio” di cui per il momento non segnalo editore ed autore che vorrei sottoporre alla vostra lente di ingrandimento.

    Testo originale:

    Etsi (in) negotiis familiaribus inpediti vix satis otium studio suppeditare possumus et id ipsum, quod datur otii, libentius in philosophia consumere consuevimus, tamen tua nos, Gai Herenni, voluntas commovit, ut de ratione dicendi conscriberemus, ne aut causa noluisse aut fugisse nos laborem putares.

    Traduzione del testo:

    Sebbene, impedito dalle faccende domestiche, possa a malapena dedicare sufficiente tempo allo studio, e quello pure che mi è dato di agio, più volentieri sia solito impiegarlo nella filosofia, tuttavia il tuo desiderio, Gaio Erennio, mi ha spinto a trattare l’arte oratoria, perche non pensassi, o che non avessi voluto compiacerti, o che avessi scansato la fatica.

    Che ve ne pare? 🙂

    #12036
    imported_Sempronia
    Partecipante

    Mi sembra che la traduzione sia abbastanza fedele al senso del testo.
    Ero perplessa per “causa” dell’ultimo periodo; ho cercato il testo latino in rete e ho visto che il passaggio corretto è “tua causa”.
    Naturalmente ciascuno di noi tradurrebbe con delle varianti, che dipendono anche dallo stile comunicativo personale. Io direi:
    Sebbene io, preso come sono dagli impegni familiari, possa dedicare allo studio tempo appena sufficiente e sia solito impiegare più volentieri nella filosofia quel poco che mi è concesso, tuttavia, caro Erennio, la tua richiesta mi ha indotto a scrivere di oratoria, perché tu non pensi o che io abbia rifiutato proprio perché sei tu*, o che abbia voluto scansare la fatica.

    * ho trovato sul vocabolario una citazione ciceroniana “qui nostra causa volunt” tradotta “quelli che hanno a cuore i miei interessi”. Se a volo si sostituisce il negativo volo, risulta “quelli che non hanno a cuore…”, il che mi fa pensare che la frase possa anche esser resa diversamente “che io non abbia avuto interesse per te”.
    8)

    #12037
    Aiace Telamonio
    Partecipante

    @Sempronia wrote:

    Se a volo si sostituisce il negativo volo,

    Naturalmente la prof. voleva scrivere “nolo” al negativo… 😉

    #12038
    imported_Atticus
    Partecipante

    Il solito Aiace – Eastwood che centra un refuso alla distanza di cento passi! Occhio gente! :sweat: 😀

    Tornando a noi (e ringraziando per le puntuali risposte 🙂 ) confesso che la mia perplessità nasceva principalmente dal fatto che la frase latina è al plurale e dall’uso del commovit e conseguente ut.

    (Io avevo ipotizzato questa traduzione:

    Sebbene, impediti dalle faccende domestiche, possiamo dedicare allo studio tempo appena sufficiente e siamo soliti impiegare nella filosofia quel poco che ci è concesso, tuttavia il tuo desiderio, Gaio Erennio, ci ha scosso, a tal punto che tratteremo dell’arte oratoria, perchè tu non pensi o che non ci sia interesse per te o che si voglia scansare la fatica.)

    Tralascio sull’uso dell’ut con il quale ho un conto in sospeso da tempo (urge il supporto didattico perbacco! Ci vogliamo muovere? :@ ) ma la domanda che mi faccio però è, in generale, se sia giusto o meno mantenersi il più possibile aderenti all’originale laddove questo non alteri la resa corretta in italiano.

    In latino esiste anche il singolare. Perchè l’autore non l’ha usato e il traduttore si? Anche in italiano, nei libri di testo che non siano quelli della scuola elementare o media quasi sempre si espone al plurale e questo in definitiva è un trattato anche se camuffato con dedica a Gaio Erennio.

    Siamo nel campo delle preferenze individuali?

    #12039
    Aiace Telamonio
    Partecipante

    E’ una vexata quaestio. Generalmente, quando traduco, cerco di aderire quanto più possibile al testo originale, a meno che questo non sia tanto tortuoso da richiedere, per esser ben compreso in italiano, di un giro di parole che non alteri, però, ciò che l’Autore ha inteso trasmettere.
    Per quanto riguarda l’uso del plurale al posto del singolare, si tratta di un uso abbastanza frequente: basta considerare l’epistolario di Cicerone per rendersene conto. In italiano, di norma, preferiamo l’uso del singolare quando parliamo di noi stessi, tranne quando, ad esempio, si tratti di argomenti di carattere generale.
    P-S.: Era troppo ghiotta l’occasione per uccellare l’amata prof! 😆 :clap:

    #12040
    imported_Sempronia
    Partecipante

    @Atticus wrote:

    Tornando a noi (e ringraziando per le puntuali risposte 🙂 ) confesso che la mia perplessità nasceva principalmente dal fatto che la frase latina è al plurale e dall’uso del commovit e conseguente ut.

    Per il plurale, ti ha già detto Aiace: il “plurale maiestatis” usato molto di frequente da Cicerone mi sembrerebbe una forzatura nell’italiano corrente; anche i Papi l’hanno abbandonato! 😀
    Quanto alla congiunzione ut, hai ragione, è un vero rompicapo. ❓
    Qui si tratta, a mio parere, di una completiva, come dopo verbi che esprimono ordine (impero), invito (moneo, hortor, induco), domanda e preghiera (oro, rogo, peto). Non ho trovato, da una rapida ricerca sul vocabolario, esempi di commoveo ut…, ma vado a orecchio. 😀
    Escluderei la consecutiva anche per la presenza dell’imperfetto congiuntivo (conscriberemus) che nelle consecutive esprime il concetto della lunga durata (era così generoso che tutti lo amavano) e qui invece è dovuto alla consecutio temporum.
    @Atticus wrote:

    (Io avevo ipotizzato questa traduzione:
    Sebbene, impediti dalle faccende domestiche, possiamo dedicare allo studio tempo appena sufficiente e siamo soliti impiegare nella filosofia quel poco che ci è concesso, tuttavia il tuo desiderio, Gaio Erennio, ci ha scosso, a tal punto che tratteremo dell’arte oratoria, perchè tu non pensi o che non ci sia interesse per te o che si voglia scansare la fatica.)

    A parte la consecutiva, anche la tua traduzione è fedele al senso del testo. 🙂

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