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  • #11510
    fiamma
    Partecipante

    Ciao! 🙂
    Mi potete correggere questa versione di Cesare?

    Ubi de eius(=Caesaris) adventu Helvetii certiores facti sunt, legatos ad eum mittunt nobilissimos civitatis, cuius legationis Nammeius et Verucloetius principem locum obtinebant, qui dicerent sibi esse in animo sine ullo maleficio iter per provinciam facere, propterea quod aliud iter haberent nullum; rogare ut eius voluntate id sibi facere liceat. Caesar, quod memoria tenebat L.Cassium consulem occisum exercitumque eius ab Helvetiis pulsum et sub iugum missum, concedendum non putabat; legatis respondit diem se ad deliberandum sumpturum; si quid vellent, ad Idus Apriles reverterentur.
    Helvetii iam per angustias et fines Sequanorum suas copias traduxerant et in Haeduorum fines pervenerant et eorum agros populabantur. Haedui, cum se suaque ab iis defendere non possent, legatos ad Caesarem mittunt rogatum auxilium: ita se omni tempore de populo Romano meritos esse, ut paene in conspectu exercitus nostri agri vastari, liberi eorum in servitutem abduci, oppida expugnari non debuerint.

    Quando gli Elvezi furono informati sull’arrivo di lui( di Cesare), mandarono presso di lui degli ambasciatori nobilissimi di cittadinanza, di cui Nammeio e Veroclezio ebbero il primo posto dell’ambasciata, che dissero essere a lui in animo senza recare alcun danno di fare il cammino attraverso la provincia, per il fatto che ebbero nullo un altro cammino; chiesero che fosse loro lecito fare questo col suo consenso.Cesare, poichè ricordava il console Lucio Cassio ucciso e il suo esercito spinto(messo in fuga) dagli Elvezi e fatto passare sotto il giogo, pensò(ritenne) di non dover concedere ciò; rispose agli ambasciatori di aver intenzione di prendere tempo per decidere; se volevano ciò, ritornavano alle idi di Aprile.Gli Elvezi avevano già fatto passare le loro truppe attravarso luoghi stretti e attraverso i territori dei Sequani ed erano giunti nei territori degli Edui e devastavano i loro campi. Gli Edui, poichè non si poterono difendere da essi, mandarono degli ambasciatori da Cesare per chiedere aiuto: così essi (dissero) di essere stati sempre meritevoli verso il popolo romano, quando quasi in vista (presenza) dell’esercito i nostri campi furono devastati, i figli di loro furono condotti in schiavitù, non avranno dovuto espugnato le città.

    Grazie 🙂

    #12863
    marcus
    Partecipante

    Quando gli Elvezi furono informati del suo arrivo( di Cesare), mandarono presso di lui degli ambasciatori nobilissimi della cittadinanza, Nammeio e Veroclezio erano i capi di questa ambasciata, che dissero di avere intenzione di iniziare il cammino attraverso la provincia senza arrecare alcun danno, per il fatto che non avrebbero avuto nessun altra strada; chiesero se gli fosse lecito farlo col suo consenso. Cesare, poiché ricordava il console Lucio Cassio ucciso e il suo esercito messo in fuga dagli Elvezi e fatto passare sotto il giogo, pensò (ritenne) di non dover concedere ciò; rispose agli ambasciatori di aver intenzione di prendere tempo per decidere; se volevano ciò, tornassero alle idi di Aprile.
    Gli Elvezi avevano già fatto passare le loro truppe attraverso luoghi stretti e attraverso i territori dei Sequani ed erano giunti nei territori degli Edui e devastavano i loro campi. Gli Edui, poiché non poterono difendere se e i propri beni da essi, mandarono degli ambasciatori da Cesare per chiedere aiuto: furono sempre benemeriti nei confronti del popolo romano così, che non meritavano che in presenza dell’esercito i nostri campi venissero devastati, i loro figli ridotti in schiavitù, le città espugnate

    L’ho tradotta in quattro e quattro otto…ma dovrebbe andare bene! 🙂

    #12864
    Dema
    Partecipante

    Ubi de eius(=Caesaris) adventu Helvetii certiores facti sunt, legatos ad eum mittunt nobilissimos civitatis, cuius legationis Nammeius et Verucloetius principem locum obtinebant, qui dicerent sibi esse in animo sine ullo maleficio iter per provinciam facere, propterea quod aliud iter haberent nullum; rogare ut eius voluntate id sibi facere liceat. Caesar, quod memoria tenebat L.Cassium consulem occisum exercitumque eius ab Helvetiis pulsum et sub iugum missum, concedendum non putabat; legatis respondit diem se ad deliberandum sumpturum; si quid vellent, ad Idus Apriles reverterentur.
    Helvetii iam per angustias et fines Sequanorum suas copias traduxerant et in Haeduorum fines pervenerant et eorum agros populabantur. Haedui, cum se suaque ab iis defendere non possent, legatos ad Caesarem mittunt rogatum auxilium: ita se omni tempore de populo Romano meritos esse, ut paene in conspectu exercitus nostri agri vastari, liberi eorum in servitutem abduci, oppida expugnari non debuerint.

    Quando gli Elvezi furono informati sull’arrivo di lui( di Cesare)[sul suo arrivo], mandarono (lett. mandano) presso di lui gli ambasciatori più illustri della cittadinanza (intesa come città), ed avevano il primo posto di questa ambasciata Nammeio e Veroclezio,affinchè dicessero essere a loro in animo senza recare alcun danno di fare il cammino attraverso la provincia (molto letterale, meglio rendere affinchè dicessero che era loro intenzione intraprendere il viaggio attraverso la provincia senza alcuna cattiva azione), per il fatto che -non- avevano nessun altro itinerario; chiedevano che fosse loro lecito fare questo col suo consenso. Cesare, poichè ricordava il console Lucio Cassio ucciso e il suo esercito spinto(messo in fuga) dagli Elvezi e fatto passare sotto il giogo, riteneva di non dover concedere ciò; rispose agli ambasciatori di aver intenzione di prendere tempo per decidere; – rispose che- se volessero qualcosa, ritornassero alle idi di Aprile. Gli Elvezi avevano già condotto le loro truppe attravarso luoghi stretti e attraverso i territori dei Sequani ed erano giunti nei territori degli Edui e devastavano i loro campi. Gli Edui, poichè non potevano difendere se stessi e le loro cose da essi, mandarono degli ambasciatori da Cesare per chiedere aiuto: essi (dissero) di essersi comportati bene verso il popolo romano in ogni momento a tal punto, che nostri campi nonavrebbero dovuto essere devastati quasi sotto lo sguardo del nostro esercito, i loro figli essere condotti in schiavitù, le città essere conquistate.

    #12865
    Aiace Telamonio
    Partecipante

    Piccola supervisione:
    legatos ad eum mittunt nobilissimos civitatis = gli mandano come ambasciatori i più illustri [oggi diremmo: i maggiorenti] della cittadinanza.
    cuius legationis Nammeius et Verucloetius principem locum obtinebant = ambasceria guidata da Nammeio e Veruclezio [lett.: della quale ambasceria Nammeio e Veruclezio avevano il comando].
    quod memoria tenebat L.Cassium consulem occisum exercitumque eius ab Helvetiis pulsum et sub iugum missum = poiché ricordava che il console Lucio Cassio era stato ucciso e che il suo esercito era stato messo in fuga e fatto passare sotto il giogo dagli Elvezi.
    exercitus nostri agri vastari…non debuerint = che i loro campi non avrebbero dovuto essere devastati quasi sotto gli occhi del nostro esercito.

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