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  • in risposta a: Dimissioni del Papa #14763
    Randall
    Partecipante

    @Atticus wrote:

    @Randall wrote:

    ……………….
    Il Papa é un uomo scelto per interpretare le scritture e guidare la sua Chiesa. Come qualunque guida può però arrivare ad un punto in cui non si sente più all’altezza del compito (vuoi per vecchiaia, o per malattia o quant’altro) e quindi decide che sia meglio lasciare il posto a qualcuno più giovane.

    ……………….

    Oggi è caduto un asteroide a quattro o cinquemila chilometri dal Vaticano.
    Anche Nostro Signore non ha più la mira di una volta.

    Beh con i fulmini però ancora ci prende 😀

    in risposta a: La roba #14729
    Randall
    Partecipante

    Carissimo Presidente,
    È da ieri sera che sono letteralmente sommersa da telefonate e messaggi di solidarietà nei suoi confronti… Il tenore è lo stesso: tutti la vogliono abbracciare, farle sentire che la amano, che pregano per lei, le augurano di guarire presto e di tenere duro!!! Quello che è accaduto è il risultato di una sporca e vigliacca campagna di odio verso di lei che merita solo rispetto per quello che ha saputo fare per gli italiani, anche prima di entrare in politica. Ma chi la ama,e siamo tanti, siamo la stragrande maggioranza del Paese, la difenderà anche fisicamente, può contare su di noi oggi e per sempre.
    Un bacio e un abbraccio forte.“

    Gabriella Carlucci, 14 dicembre 2009

    Sic transit Gloria mundi…

    in risposta a: I ratti lasciano la nave #14725
    Randall
    Partecipante

    Pare che pure quella mezza sega (anzi senza mezza) della Carlucci sia passata all’UDC, che si profila a diventare il nuovo serbatoio di concime della politica italiana!

    Totoscommesse per i prossimi nomi…

    in risposta a: La vera domanda é… #14717
    Randall
    Partecipante

    La crescita delle poltrone
    MICHELE BRAMBILLA
    Il governo è stato di parola: appena ottenuta la fiducia alla Camera, ha varato gli annunciati provvedimenti per la crescita. Crescono infatti le poltrone del governo medesimo: ce ne sono tre nuove, due da viceministro e una da sottosegretario. Inutile aggiungere «a chi» tali poltrone siano andate: i due nuovi viceministri sono deputati che avevano appena votato la fiducia.

    Deputati che fino a qualche tempo fa non l’avrebbero votata; e cioè una ex finiana e un ex dipietrista. Quanto al nuovo sottosegretario, ha un passato nell’Udc. Le opposizioni gridano al mercimonio. Ma forse, più che questa distribuzione di «premi di risultato», colpisce la tempistica. Una volta ci si preoccupava non dico di salvare le apparenze, ma perlomeno di cercare di far passare tutto nel dimenticatoio. Si aspettava qualche mese, e poi si distribuivano le medaglie. Ieri invece la ricompensa è stata fulminea: voto, fiducia, Consiglio dei ministri e nuove nomine in meno di mezza giornata. Com’è possibile che Berlusconi e i suoi ministri non capiscano che una simile sollecitudine è anche una plateale ostentazione? Come non tenere conto delle reazioni che un gesto del genere provoca nella gente comune? Ma l’impressione è che della gente comune, e quindi del Paese, non ci si preoccupi più. Pensino quello che vogliono, chi se ne importa.

    Anche l’esultanza da stadio dei parlamentari della maggioranza dà il senso di un distacco fra il Paese e il Palazzo. Certo il governo ha ottenuto la fiducia, è legittimato a continuare e ha tutti i motivi per esserne rinfrancato. Ma che cosa ci sia da festeggiare, non lo si capisce.

    Di certo non lo capiscono gli italiani, messi a dura prova – o come minimo spaventati – da una crisi finanziaria che non ha precedenti negli ultimi cent’anni. Le Borse crollano, il nostro debito viene declassato, si parla di default: e di fronte a tutto questo la classe politica che cosa fa? In altri Paesi questa temperie ha portato maggioranza e opposizione a collaborare con lo stesso spirito con cui si collabora quando c’è una guerra o un terremoto. Qui da noi, di un fronte comune contro la crisi non è neppure il caso di parlare. Almeno fosse unito il governo. Invece abbiamo un ministro dell’Economia pubblicamente sfiduciato da metà, per non dire due terzi, del suo stesso partito; opinioni diverse su pensioni, condono, patrimoniale, tasse; malpancisti vari nel Pdl e nella Lega.

    È evidente che il centrodestra ha necessità di ripensarsi. Ma chiunque al suo interno ponga la questione è scomunicato come un traditore, o un ingrato, o un ambizioso in cerca di gloria personale. Era già successo a Casini, e poi a Fini: ora succede a Formigoni, a Pisanu, a Scajola, a Maroni. E in realtà sono poi molti altri ancora i parlamentari e i ministri che in privato dicono che così non si può più andare avanti, ma che in pubblico non hanno il coraggio di riconoscere che la barca affonda.

    E così si rimane aggrappati, più che alla difesa del centrodestra (non parliamo neppure del Paese) a quella del suo premier, come se una parte politica dovesse coincidere in eterno con una sola persona. Si rimane aggrappati a qualche voto in più, da ricompensare con qualche inutile poltrona. Chiusi in un bunker mentale impermeabile agli umori degli italiani, elettori di centrodestra compresi.

    in risposta a: La vera domanda é… #14716
    Randall
    Partecipante

    Come dice Severgnini dal Corriere:

    Ha dovuto chiedere la fiducia per la 53esima volta. Piú che un governo, un caso umano.

    in risposta a: La vera domanda é… #14715
    Randall
    Partecipante

    Governo salvo.

    Tutti tirano un sospiro di sollievo 😉

    in risposta a: Forza gnocca! #14712
    Randall
    Partecipante

    Da il messagero:

    di Mario Ajello

    Il partito Forza Gnocca ancora non c’è, ma è già immaginabilissimo. Il presidente – cioè ovviamente Silvio – non si chiamerà presidente ma “utilizzatore finale”, in ossequio alla proverbiale espressione coniata da Ghedini. I triumviri non saranno più La Russa, Verdini e Bondi ma la Topolona, la Cosciona, la Tettona e altri personaggi felliniani. Lo slogan: “La patonza deve girare”. Il jingle: “Faccela vede’, faccela tocca’”. Ovvero la canzoncina che Silvio, anni fa, cantò rivolto alla piediellina Viviana Beccalossi durante un comizio a Brescia.

    La politologa di riferimento di Forza Gnocca sará Terry De Nicolò, la morona del giro di Giampi, quella passata alla storia per le celebri parole: “Sei sei racchia, stattene a casa”. Il che sarà la regola numero uno per scegliere le candidature del nuovo partito. Gli alleati del post-Pdl tutto botulinato e imbiondito, sinuoso e montagnoso, un pò harem e un pò beauty farm, potranno essere due. La Lega, un cui esponente ieri a Montecitorio ha gridato a una deputata del Pd: “Statti zitta, e fatti scopare”. Ma anche il nuovo Partito degli onesti, creato da Cicciolina, potrà rivelarsi ottimo partner per Forza Gnocca. Le cui aderenti e dirigenti, tutte donne giovani e belle tranne Lui, che comunque si sente poco più che un adolescente – parole sue – ed è anche un pò femmina come suggerisce non solo il regista Almodovar ma anche il fido Sandro Bondi in un libro indimenticabile e dimenticato, saranno chiamate “le mie bambine”, secondo la definizione in uso nelle telefonate intercettate dai pm. Tutto sarà nuovo nel neo partito, tranne un requisito fondamentale per chi vuole entrare in Parlamento, che resta quello già in vigore nelle ultime elezioni. Quando il coordinatore del Pdl, Verdini, così giustificò il mancato rinnovo della candidatura all’onorevole Vernola: “Tu mica c’hai le poppe!”.
    Venerdì 07 Ottobre 2011 – 10:53

    in risposta a: Salvato il ministro Romano #14707
    Randall
    Partecipante

    Articolo Capolavoro:
    =================

    Ma l’ovetto no
    Sicilia. Bartolo è un giovane di 23 anni e fa il pescatore a Sant’Agata di Militello, provincia di Messina. L’altro giorno è stato arrestato dai carabinieri perché “colto in flagrante” mentre prelevava sette pietre dal lungomare e le caricava su un furgone per fissare le sue reti da pesca sul fondale marino. Tradotto in caserma, vi ha trascorso la notte, in attesa del processo per direttissima. Il giorno prima la Camera negava l’autorizzazione all’arresto dell’on. Marco Milanese per rivelazione di segreti, corruzione e associazione per delinquere.

    Qualche giorno dopo, a Taranto, si apriva il processo a Donato, un ragazzo di 20 anni, imputato per il furto di un ovetto Kinder in un chiosco di dolciumi e per le ingiurie rivolte al venditore. Prelevato dai carabinieri e interrogato alle 2 di notte, Donato è finito sotto processo perché il venditore pretendeva 1.600 euro per chiudere la faccenda. Il giorno prima, la Camera respingeva la mozione di sfiducia contro l’on. Saverio Romano, imputato per mafia, che dunque rimane ministro.

    Domenica abbiamo raccontato la storia del giovane etiope rinviato a giudizio per aver colto qualche fiore di oleandro in un parco di Roma. Ieri, sul Corriere, Luigi Ferrarella ricordava altri tragicomici precedenti. Il processo a Milano contro un tizio imputato di truffa per aver scroccato una telefonata da 0,28 euro. E quello contro due malviventi sorpresi a fare da palo a una terribile banda dedita al furto di alcuni sacchi della spazzatura in una bocciofila. Ma anche i 169 ricorsi presentati in Cassazione da altrettanti utenti Enel (avanguardie di un esercito di 60 mila persone) che chiedono un risarcimento di 1 euro a testa. Basta raffrontare l’entità dei reati con i costi del processo (indagini della polizia giudiziaria e del pm, un giudice per la convalida del fermo, un gup per l’udienza preliminare, uno o tre giudici più un pm per il primo grado, tre giudici più un pg per l’appello, cinque giudici più un pg più un cancelliere per la Cassazione, con l’aggiunta di cancellieri ed eventuali periti) per rabbrividire. O per sbertucciare la magistratura, che obbedisce semplicemente a leggi sempre più folli o infami.

    Gli unici colpevoli sono i politici che hanno governato l’Italia in questi 17 anni: cioè tutti. Questa giustizia impazzita l’han costruita loro con le loro manine sporche e/o incapaci. Anziché dare risposte serie alla domanda di giustizia in continuo aumento, che non trova sbocco se non in tribunale, depenalizzando i reati minori e creando un sistema serio di sanzioni amministrative, hanno seguitato a inventarsi una caterva di reati inesistenti (come l’immigrazione clandestina) per solleticare la pancia degli elettori più beceri e decerebrati e per allattare un termitaio di avvocati (230 mila contro i 20 mila del Giappone che ha il doppio della popolazione italiana: ha più avvocati la città di Roma dell’intera Francia). E intanto depenalizzavano, di diritto o di fatto, i reati dei potenti, cancellandoli o rendendoli impossibili da scoprire e processare.

    Eppure, sui giornali e in tv, si continua a dipingere una giustizia che trascura “i veri criminali” per colpire i reati dei politici (ovviamente inventati). Ora Napolitano ricorda che “in passato un leader separatista fu arrestato”. Non sappiamo se si riferisca anche ai leghisti a suo tempo imputati a Verona per le camicie verdi (e armate) della “Guardia nazionale padana”. Il processo s’è estinto perché l’anno scorso – come denunciò il Fatto nel silenzio generale, anche del Quirinale – il ministro Calderoli depenalizzò il reato di “associazione militare a scopo politico” con un codicillo nascosto in un decreto omnibus. Da allora, per mandare in fumo un processo che all’inizio vedeva imputati anche i ministri Bossi, Maroni e naturalmente Calderoli, chi fonda bande paramilitari fuorilegge non commette reato. Chi invece ruba un fiore, o una pietra, o un ovetto per te, è un delinquente. Ma solo perché nessun ministro ha ancora rubato fiori, pietre e ovetti. Non resta che aspettare, fiduciosi.

    Il Fatto Quotidiano, 1 ottobre 2011

    in risposta a: Salvato il ministro Romano #14706
    Randall
    Partecipante

    Da La Stampa del 29/9/2011

    Quei gesti stonati della politica
    MICHELE BRAMBILLA
    Forse pensando di essere in sintonia con l’esplosione di gioia che verso sera ha attraversato tutto il Paese, il presidente del Consiglio ha calorosamente abbracciato il ministro Francesco Saverio Romano. Che cosa era successo? Il lettore scelga: a) Romano era sfuggito a un attentato. b) era stato finalmente liberato dopo essere stato ostaggio di guerriglieri libici. c) aveva portato a casa un accordo vantaggioso per la nostra agricoltura. d) imputato per mafia, aveva appena ottenuto la solidarietà del Parlamento. Anche Bossi ieri si è espresso a gesti. Ha mostrato il dito medio, cosa che non faceva più da almeno un paio di giorni. Qua è addirittura superfluo chiedere di scegliere tra un’opzione a (Bossi stava scherzando con degli amici) e un’opzione b (stava parlando di un argomento terribilmente serio come la manovra economica).

    Purtroppo tutto questo è cronaca, e non Bagaglino. Il Paese rischia il fallimento, gli imprenditori non ce la fanno a tirare avanti (ieri hanno contestato il ministro Matteoli) e i lavoratori non ce la fanno a tirare la fine del mese. Ma nel governo si riesce perfino a litigare sul nome del nuovo governatore della Banca d’Italia, che a quanto pare deve essere scelto in base al luogo di nascita. Insomma noi siamo preoccupati. E chi ci governa che fa? Un po’ litiga, un po’ si abbraccia e un po’ ci mostra il medio. Forse pensando di essere in sintonia con il Paese.

    in risposta a: Storia della scienza #14696
    Randall
    Partecipante

    Sto leggendo il libro adesso, il Prof sta nel mio stesso ateneo.

    Non é che la sua tesi mi convinca a pieno, ma alcuni spunti sono davvero interessanti.

    in risposta a: Famiglie in difficoltà #14695
    Randall
    Partecipante

    Un paio di articoli interessanti, Gramellini ed il suo buongiorno (Messagero) e Alexander Stille, da Repubblica:

    Il Bossi sul muro (Gramellini)

    Prendendo per buona un’affermazione dell’autorevole Calderoli, una delegazione di commercianti
    padovani munita di trombette si è presentata ieri mattina davanti alla Villa Reale di Monza per
    l’apertura ufficiale dei ministeri del Nord. L’ingenua pattuglia veneta ha fatto due scoperte.
    La prima è che negli uffici non c’era nessuno, a parte un collaboratore del Calderoli inviato
    precipitosamente sul posto per accogliere gli ospiti: unico esempio al mondo di ministero che
    apre solo su appuntamento. La seconda è che nelle stanze, oltre alle scrivanie vuote e alle librerie,
    vuotissime, erano appesi al muro due ritratti: uno del presidente Napolitano – come è logico,
    trattandosi di ufficio pubblico – e l’altro del Bossi. A dirla tutta, il Bossi da parete non era
    solo: a tenergli compagnia c’erano una statuetta di Alberto da Giussano e un quadro sul giuramento
    di Pontida. L’intero armamentario padano in un ufficio distaccato della Repubblica.

    Vi chiederete: ma con tutte le rogne che ci stanno cascando addosso, perché occuparsi di queste
    pagliacciate? Perché molte di quelle rogne derivano proprio dalla mancanza di credibilità di chi
    avrebbe dovuto affrontarle e invece si è occupato di queste pagliacciate. E non in qualità di
    commentatore, ma di ministro proponente. A chi gli chiedeva come mai i ministeri del Nord non
    avessero aperto come promesso il primo di settembre, l’ambasciatore del Calderoli ha risposto:
    c’è stato un equivoco, noi avevamo parlato di «primi di settembre». Più li vedo all’opera,
    più i padani mi sembrano identici al popolo con cui confinano: gli italiani.

    L’utilizzatore finale di tutto. (alexander stille)

    Tutti pagano, tranne il premier. Vanno a processo per reati gravi – per aver procurato
    donne a Silvio Berlusconi – i suoi amici Emilio Fede e Lele Mora. Ma (per ora)
    “l’utilizzatore finale,” come l’ha definito in modo elegante il suo avvocato-parlamentare
    Niccolò Ghedini parlando di un altro scandalo a sfondo sessuale, va a processo su un altro
    binario. Come se essere quello che ha creato il reato, che ha pagato tutti e che ha beneficiato
    del reato fosse il minore dei mali. Poi, dovesse andare male al processo, c’è sempre
    la prescrizione per gli incensurati.

    Poi, c’è il caso Previti-Squillante. Vengono condannati il magistrato corrotto e l’avvocato che
    l’ha pagato. Ma per conto di chi ha pagato? Ma l’utilizzatore finale scappa a piede libero e si
    presenta in giro come vittima di ingiustizia e salvatore della patria.

    Ora, ci siamo di nuovo. Giampaolo Tarantini, l’imprenditore barese che ha sistematicamente creato
    un giro di escort per il premier (vergini da portare al drago, nelle parole dell’ex-moglie di
    Berlusconi) è stato arrestato insieme alla moglie. Tarantini, secondo i magistrati, avrebbe
    ricevuto 500 mila euro in cambio del suo silenzio, più le spese legali, più qualche contratto e
    appalto. Berlusconi non nega il fatto centrale del processo, il pagamento dei 500 mila euro.

    “Ho aiutato una persona (Tarantini ndr) e una famiglia con bambini che si è trovata e si trova in
    gravissime difficoltà economiche”, ha detto il premier. “Non ho fatto nulla di illecito, mi sono
    limitato ad assistere un uomo disperato non chiedendo nulla in cambio. Sono fatto così e nulla
    muterà il mio modo di essere”. Strano, ci sono milioni di famiglie italiane con bambini e problemi
    economici. Perché aiutare proprio questa? Evidentemente, i magistrati si sono posti la stessa domanda
    e hanno concluso che Tarantini è stato pagato perché non parlasse o mentisse. Perché Berlusconi
    sarebbe vittima di questo reato di estorsione? Non è reato comprare dei testimoni?
    (Vedi il caso Mills.) Perché l’utilizzatore (cioè il beneficiario) è sempre immune.

    Diciamo la verità: Berlusconi ha corrotto e sporcato tutto quello che ha toccato: dall’imprenditoria,
    al calcio, alla politica e alla vita personale, piena di amici pagati. Che schifo.

    in risposta a: Famiglie in difficoltà #14694
    Randall
    Partecipante

    Arrivi tardi Sempronia:

    dalle intercettazioni telefoniche tra Lavicola e Berlusconi, per la storia dell’estorsione indotta da Tarantini (fonte Corriere della Sera 01/09/2011):

    «PAESE DI M… ME NE VADO» – E c’è pure il premier nei colloqui. «Non me ne fotte niente… io..tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei… da un’altra parte e quindi… vado via da questo paese di merda… di cui… sono nauseato… punto e basta…» ha detto Berlusconi in una conversazione intercettata la sera del 13 luglio scorso sull’utenza panamense di Lavitola. E proprio questa confidenza dimostrerebbe ai giudici la «speciale vicinanza» tra il premier e il direttore dell’Avanti, oltre che la «natura dei rapporti» tra i due, «rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato “informatore” su vicende giudiziarie che, benchè riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi». È Berlusconi a contattare Lavitola sull’utenza panamense di quest’ultimo alle ore 23 e 14 del 13 luglio facendosi introdurre da un tale “Alfredo”. La telefonata dura più di 13 minuti, durante i quali si parla di vari argomenti, in particolare di vicende giudiziarie. È in questo contesto che si coglie l’amarezza del premier. «…anche di questo – dice Berlusconi, a proposito di alcuni aspetti della vicenda P4 – non me ne può importare di meno… perché io …sono così trasparente… così pulito nelle mie cose… che non c’è nulla che mi possa dare fastidio… capito?… io sono uno… che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato… quindi… io sono assolutamente tranquillo… a me possono dire che scopo… è l’unica cosa che possono dire di me… è chiaro?… quindi io… mi mettono le spie dove vogliono… mi controllano le telefonate… non me ne fotte niente… io… tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei… da un’altra parte e quindi… vado via da questo paese di merda… di cui… sono nauseato… punto e basta…».

    Che merda di uomo…

    in risposta a: Manovre #14693
    Randall
    Partecipante

    31/08/2011

    Poche idee, ma confuse.

    Non solo sono una banda di cortigiani, ma sono anche degli incompetenti.

    In 3 mesi sono riusciti a produrre due manovre, la prima delle quali non é servita a nulla, la seconda invece che, come al solito, a parole doveva essere l’uragano Katrina, si é rivelata per quella che é: una buffonata.

    Nessun taglio alla politica, nessun taglio alle province: tutto rimandato alle calende greche attraverso legge costituzionale…e pensare che invece di tagli se ne potevano fare e tanti con normalissime leggi ordinarie.

    In compenso truffano i cittadini rompendo un contratto fatto con tanti italiani sul valore della Laurea e del periodo di servizio militare! Pure al servizio militare si attaccano questi, quelli che a parole sono tutto patria e tricolore, ma a fatti puttane e malaffare.

    Adesso si legge però che no, scherzavano ;), pensioni e riscatto di laurea e servizio militare non si toccano…

    Ma quando finirà questo cabaret??? Che non solo non é interessante ma nemmeno fa ridere?

    E il nostro eroe Omerico che fine ha fatto? Fuggito come un leprotto…come tutti del resto. Hanno votato per anni una banda di magliari facendo finta di non vedere e adesso che viene giù tutto? Spariti. Il tipico comportamento italico.

    Mio nonno buonanima, mi raccontava che dopo la caduta di Mussolini erano diventati tutti Democristiani. Oggi, 50 anni dopo, dopo Berlusconi diventeranno tutti qualcos’altro.

    in risposta a: Lodo Mondadori #14692
    Randall
    Partecipante

    @Peppone wrote:

    Aiace tace, ma non dorme…

    dorme dorme Peppone, fidati dorme. Tace e dorme 😉

    Arrivati a questo punto chi non si dissocia dorme.

    in risposta a: Lodo Mondadori #14690
    Randall
    Partecipante

    Da il messagero:

    Il Cavaliere non appare e tace

    di Mario Ajello

    Non va alla presentazione del nuovo Milan, a cui pure tiene tantissimo, come si sa. Non s’è presentato a Lampedusa l’altro giorno, dove doveva andare per dimostrare l’impegno costante e profondo del governo sul fronte della lotta all’immigrazione clandestina. E non appare né lì né altrove il Cavaliere, tende a tacere, ha la testa impegnata in altre faccende.

    Crolla la Borsa, la speculazione internazionale aggredisce l’Italia, la Merkel fa cucù all’esecutivo berlusconiano, avanza il rischio Grecia, Napolitano è in preda alla preoccupazione più profonda, ma Silvio non ha tempo per pensare a queste piccole cose, perché oggi è in riunione con i figli che piangono per la multa plurimilionaria che deve pagare Mediaset – papà, i comunisti e De Benedetti ci vogliono mandare sul lastrico, dicono Marina e Piersilvio – e da tre giorni è in seduta permanente con i suoi avvocati per escogitare la maniera di sfuggire all’ “ingiusta sanzione”.

    Oppure, sta continuamente al telefono. Con i grandi responsabili del mercato internazionale e delle banche mondiali, per rassicurarli sulla tenuta dell’Italia? Macchè, con i vertici del suo partito, impegnati a ideare una nuova legge ad azienda che salvi l’impero del Biscione. Prima o poi il conflitto d’interessi doveva manifestarsi in maniera così brutalmente plastica e la scelta si sarebbe posta in modo così platealmente netto: con chi stare, con l’Italia o con se stesso? La seconda che hai detto.

    Martedì 12 Luglio 2011 – 10:53

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