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Artorius
Partecipante1) Mī = mihi. È solo una variante ortografica, giustificata dal fatto che, molto probabilmente, l’h intervocalica già non si pronunciava piú. Non me ne intendo di metrica, ma la scelta di questa forma potrebb’esser dovuta anche alla necessità d’una sola sillaba invece di due.
2) Per quanto ne so, anche l’alternativa che proponi sarebbe stata grammaticalmente corretta. Il latino non ha un ordine delle parole rigido e, specialmente in poesia, è normale non trovare lo schema SOV, che è una normalizzazione grammaticale. La libertà dell’ordine, anzi, permette di sfruttare le posizioni forti (inizio e fine d’enunciato) per i sintagmi di maggior rilevanza.
La scelta di Catullo, oltre ad aver avuto ragioni metriche (e non di rima, che non fa parte della poesia latina, se non medievale), mi sembra piú elegante di quella che tu proponi perché divide le due parole allitteranti mī e mille con basia e pone mille alla fine, come vertice e parola principale di tutto il verso (cioè come fuoco).3) Sí, dein è una variante di deinde, e si trova su questo dizionario.
Artorius
Partecipante@Gabriele wrote:
Non capisco, a cosa si riferisce il tuo suggerimento rispetto al Traina? 😐
Chiarisco:
@Artorius wrote:Ti suggerisco di sfogliare, in biblioteca o in libreria, [un capitolo della Propedeutica relativo a] un argomento che conosci bene e un [capitolo relativo a un argomento] che non conosci affatto per renderti conto tu stesso.
La Propedeutica al latino universitario, infatti, come dicevamo, è divisa in capitoli tematici che introducono ai vari aspetti dello studio linguistico del latino: storia della lingua, morfologia, sintassi, metrica, critica testuale, eccetera.
Preciso che t’ho consigliato la Sintassi normativa (specificamente senza il volume d’esercizi) come opera da consultazione e non per imparare il latino. Ti sconsiglio di comprare la Morfologia latina, di Traína, che pure hai menzionato, perché non aggiunge nulla a quello che trovi s’un qualsiasi altro (buon) manuale di latino delle superiori.
Se, poi, hai «gravi lacune», non solo non è arrivato il momento di comprare la Sintassi normativa, ma neanche la Propedeutica al latino universitario, perché lo scopo di quest’ultima non è «insegnare il latino ai neofiti», ma costruire sulle conoscenze già acquisite coi manuali delle scuole superiori. È propedeutica, infatti, al latino universitario, non al latino. Vuole riempire i buchi (principalmente di linguistica storica) lasciati dalle semplificazioni e dai silenzi didattici dei manuali delle superiori.
Continuo a pensare che il miglior consiglio sia quello che puoi darti tu sfogliandola.Artorius
PartecipanteNon ho usato le parole che m’attribuisci.
Il mio livello non è alto. Ti suggerisco di sfogliare, in biblioteca o in libreria, un argomento che conosci bene e uno che non conosci affatto per renderti conto tu stesso.Artorius
PartecipanteNe sono un sincero antipatizzante: trovo che sia un volume disordinato e pessimamente impaginato (cionnonostante utile; ma, per me, la forma d’un’opera è essenziale alla fruizione del suo contenuto), preferibilmente sostituibile da monografie specifiche sulle tematiche a cui introduce. Ma il mio giudizio è incompleto, perché l’ho solo sbocconcellato.
Penso che, del grande Traína, valga piú la pena d’acquistare le altre opere; in particolare la completissima Sintassi normativa (anche senza il volume d’esercizi).Artorius
Partecipante@Sempronia wrote:
quidquid es, optimus/optimum sis
😮 Questa sí che mi pare una bella resa! (Altro che le mie, macchinose). Mi sbaglio o c’è l’eco di qualche sentenza autorevole?
Artorius
PartecipanteEbbene sí, ammetto d’aver volutamente cercato una perifrasi, perché l’altra espressione non riuscivo a renderla. 😀
Non sono giunto a un’unica risposta, segno che vi preparate a leggere qualche strafalcione (nonostante, vergognosamente, un po’ d’aiuto da parte di Castiglioni, Mariotti, Traína e Bertotti):
Agendīs semper tuīs optimus sīs?
Omnibus semper agendō praestēs?
Semper omnēs rēbus tuīs antecellās?
Semper inter omnēs rēbus tuīs excellās?Artorius
PartecipanteSe ho ben capito, ui considerato dittongo solo in poche parole, come huic, cui, e i composti di quest’ultimo, mentre negli altri casi (la maggior parte) no. Per esempio, si legge álicui perché –cui è l’ultima sillaba (lunga) e –li– la penultima (breve); unicúique (non –cuí-), perché –cui è la penultima sillaba (lunga). (Da ricordare che u e i non si separano neanche quando u fa gruppo unico con q– e rappresenta, in verità, una consonante).
Artorius
PartecipanteSecondo me vuole intendere «fai sempre al meglio ciò che fai».
Potrebbe andar bene «Quam optimē quod facis faciās»?Artorius
PartecipanteBenvenuto.
@Gabriele wrote:la mia pronuncia, che non sarà mai la ecclesiastica
Penso che dividersi in fazioni possa portare solo danni; non è una questione d’ideologia, ma di proprietà.
Cosí come legger Cesare colla pronuncia ecclesiastica è meno appropriato che con quella classica, allo stesso modo legger Agostino/Tommaso d’Aquino/Petrarca/Galileo colla pronuncia classica è meno appropriato che coll’ecclesiastica.
Altrettanto inappropriato sarebbe, a mio parere, pronunciar classicamente una delle tante lucuzioni latine (o proverbi, o termini specifici), mentre si sta facendo un discorso in italiano: la pronuncia ecclesiastica aderisce meglio al tessuto fonologico della lingua italiana.Artorius
PartecipanteDomina, nōn sum dignus. (Come sa bene Aiace, che qualche tempo fa corresse un mio grave svarione.)
Sono semplicemente un fautore integralista della pronuncia classica, come descritta da Allen e schematizzata da Canepàri; per poterla rispettare, c’è bisogno d’indicar sempre le vocali lunghe. Per la verità, indipendentemente da questo, mi farebbe piacere se le case editrici adottassero questa prassi, perché permetterebbe di non aver piú dubbi sulla sillaba da accentare (e di dedurre la pronuncia neutra di molte parole italiane).
Per poter digitare facilmente le vocali lunghe, ho costruito una tastiera virtuale con Microsoft keyboard layout creator, che è ovviamente a vostra disposizione, se v’interessa.Artorius
PartecipanteAnche da parte mia un augurio. 🙂
Artorius
Partecipante@Matteo wrote:
Aiace mi rivolgo soprattutto a te!, non credi che i tuoi valori sono incompleti, monchi, deficienti di qualcosa?
Francamente, il tuo intervento mi sembra offensivo e altezzoso: come fai a giudicare i valori d’una persona senza conoscerla bene?
@Matteo wrote:Come si fa a non essere di sinistra?
Anche da questa tua domanda retorica non mi pare che trasudi la decantata apertura.
Io stesso non sono un esperto, ma temo che tu non abbia le idee ben chiare su quale sia la storia della destra (e forse della sinistra): ti ricordo che dall’una come dall’altra parte ci sono state sia frange violente e antidemocratiche sia nobilissime correnti di pensiero che hanno contribuito alla formazione dei valori democratici. Liberalismo (quello vero, non quello che si finge di sbandierare oggi in Italia) e costituzionalismo, ad esempio, non sono certo nati a sinistra.
Destra non significa solo conservatorismo (cosí come sinistra non significa solo comunismo): ben prima che nascesse il partito laburista, nel Regno Unito, s’alternavano al governo il partito liberale e il partito conservatore, che non andavano esattamente d’accordo…Artorius
PartecipanteEhm, cos’è mai una settimana di ritardo in confronto al nulla? 😀
Un augurio.Artorius
PartecipanteAggiornatissimo e solerte come sempre. 🙂
Grazie.Artorius
PartecipanteNon è giusto: siete stati scorretti! :@
:fubar: Cose del genere vanno preannunciate con giorni d’anticipo, non all’ultimo momento! -
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