Devo dire che il paragone non è campato per aria. Se si ammette che anche la musica moderna si mette in luce per una sua certa veste lirica, si può considerare il ritornello di Gianna Nannini sulla stessa linea d’aria dei versi saffici. Infatti, secondo me, l’esigenza che ha animato entrambe è la stessa: descrivere un uomo estremamente bello. Ed è interessante osservare, a questo punto, che in entrambe le composizioni tale bellezza è innefabile: in Saffo quello straordinario elemento kalòs si può trovare nell’entità divina, di certo non a contatto con l’ordinarietà dell’uomo comune. In Gianna Nannini, invero, la bellezza che le appare ai sensi è tale da essere impossibile [cit]. Le due dimensioni liriche sono pertanto diverse nei caratteri temporali (e, quindi, nella forma) ma identiche nell’esigenza che scaturisce nelle due autrici.